I curatori fallimentari della società di gestione del Casinò di Campione sono pronti a fare ricorso in Cassazione contro la sentenza del Tribunale d’Appello che ha dichiarato la nullità del fallimento della casa da gioco. La notizia non è ancora ufficiale ma fonti accreditate parlano di una scelta sostanzialmente inevitabile.Oltre ai curatori potrebbero decidere di rivolgersi alla Cassazione anche i ricorrenti dell’appello: Comune, Banca Popolare di Sondrio e società di gestione. Ovviamente, gli obiettivi degli uni sono molto diversi da quelli degli altri. I curatori chiederanno alla Cassazione di confermare il fallimento, mentre i ricorrenti in appello potrebbero insistere sul principio di non fallibilità della casa da gioco.Al di là delle questioni tecnico-giuridiche, però, e qualunque siano le motivazioni dei ricorsi, l’unica certezza in questa fase convulsa è un allungamento dei tempi di soluzione del problema. Secondo molti, la decisione della Cassazione potrebbe arrivare anche tra due anni. Cosa che – tutti lo capiscono facilmente – distruggerebbe ogni speranza di riapertura del Casinò e sancirebbe la “fine” di Campione d’Italia.Può sembrare un paradosso, ma quanto stabilito dai giudici della IV sezione civile della Corte d’Appello di Milano congela la situazione sine die.Annullare il fallimento non significa infatti riportare tutto allo statu quo ante, non in presenza di uno o più ricorsi.Vuol dire, invece, bloccare ogni attività. La società continuerebbe infatti a essere “governata” dalla curatela fallimentare che però si asterrebbe ovviamente da ogni azione liquidatoria. Nello stesso tempo, resterebbero validi gli atti sin qui completati, a partire dal licenziamento di tutti i dipendenti.Verrebbe probabilmente meno anche l’ipotesi del commissario governativo incaricato di esplorare la possibilità di far ripartire la casa da gioco. Nessuno, infatti, con un ricorso pendente in Cassazione, potrebbe ragionevolmente assumersi l’onere di scelte destinate magari a naufragare per una nuova (e definitiva) sentenza.Un enorme pasticcioIl gigantesco edificio che domina il piccolo paese sulle rive del Ceresio rimarrebbe vuoto e spento, simbolo di una sconfitta epocale. L’intera questione non potrebbe essere definita se non come un enorme pasticcio. Che le troppe carte bollate hanno alla fine trasformato in un piatto indigeribile.In ogni caso, l’amministratore unico della società fallita, Marco Ambrosini, ieri ha incontrato il commissario prefettizio di Campione per uno scambio di opinioni.È possibile che sia il Comune sia la società di gestione soprassiedano, per il momento, a possibili ricorsi in Cassazione.Lo stesso potrebbe fare la Banca Popolare di Sondrio (dalla quale non sono giunte ieri comunicazioni ufficiali, ndr), in attesa di vedere le mosse della curatela fallimentare.Come detto, però, i tre professionisti designati dal Tribunale di Como – i commercialisti Elisabetta Brugnoni, Sandro Litigio e Giulia Pusterla – avrebbero già deciso di rivolgersi ai giudici romani. Impossibile, per i curatori, rinunciare ai risultati ottenuti dopo 8 mesi di lavoro su un caso di scuola.
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