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Casinò di Campione: la Procura chiede di tutelare il patrimonio

A una settimana dall’udienza sull’istanza di fallimento – la seconda – chiesta dalla Procura di Como per la società che gestiva il Casinò di Campione d’Italia, il clima inizia già a riscaldarsi. Dopo la notizia di ieri della richiesta (da parte degli ex amministratori tornati in scena dopo l’annullamento del primo fallimento) di restituire chiavi della struttura e l’accesso ai conti correnti (che conterrebbero ancora circa cinque milioni di euro), ieri la Procura – a firma del pubblico ministero Pasquale Addesso e del procuratore capo Nicola Piacente – ha chiesto al Tribunale fallimentare di Como il sequestro o l’emissione di provvedimenti cautelari necessari, secondo i magistrati, a tutelare il patrimonio liquido riconducibile alla casa da gioco (denaro, ma anche beni mobili). La Procura avrebbe anche chiesto al tribunale la nomina di un amministratore giudiziario del patrimonio. Tutte questioni, queste, che verranno affrontate fin dal 18 dicembre, data che il giudice relatore Marco Mancini ha fissato in calendario per riportare in aula le vicende dell’ex casa da gioco, per anni vanto del comune affacciato sul Ceresio.Si ripartirà, come detto, dall’istanza di fallimento invocata nuovamente dalla Procura, dopo che la precedente era stata cancellata dall’Appello per vizi di forma legati «all’omessa audizione del debitore» e della «società debitrice» il tutto in «violazione del diritto di difesa».Ma si ripartirà anche, ed è bene non dimenticarlo mai in questa dolorosa vicenda, dai quasi 176 milioni di euro di debiti che erano stati ricostruiti dai precedenti curatori fallimentari all’aprile del 2019.Insomma, per salvare il Casinò di Campione d’Italia, il 18 dicembre le parti interessate dovranno essere molto persuasive, mettendo nero su bianco un piano economico e industriale in grado di convincere chi dovrà decidere a dare credito a una pista diversa da quella chiesta dalla Procura di Como, che è univoca ed è quella della nuova sentenza di fallimento. Nell’istanza di riassunzione del provvedimento, infatti, è stato evidenziato come l’attuale stato passivo, come detto, risulti pari a 175.884.040 euro. Ricordiamo anche che, in modo del tutto insolito, nella vicenda del Casinò di Campione d’Italia sono i creditori a storcere il naso di fronte al fallimento, ovvero il Comune e la banca.

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