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Casinò, la grande incognita della riapertura. Sindacati preoccupati per gli ex dipendenti

La mobilitazione è generale. Politici, rappresentanti delle istituzioni, sindacati e cittadini di Campione sono tutti impegnati nel cercare di capire quale potrà essere il futuro della casa da gioco alla luce della decisione della Corte d’appello di Milano che, annullando la sentenza di fallimento del Casinò, in teoria potrebbe lasciare spazio a una riapertura della casa da gioco. In prima linea il commissario prefettizio del Comune dell’enclave Giorgio Zanzi. «Ovviamente anche noi stiamo valutando gli scenari futuri che potranno derivare da questa decisione. Nutro comunque forti dubbi su una riapertura della casa da gioco – interviene Zanzi – Sono infatti troppi i dettagli da chiarire». Intanto nella giornata di ieri c’è stato un incontro tra il commissario e Marco Ambrosini, amministratore unico uscente della società di gestione del Casinò. «Spero piuttosto che quanto accaduto non rallenti ulteriormente i tempi di altre decisioni importanti a partire dall’indicazione del commissario straordinario. Io ho comunque immediatamente segnalato le novità in arrivo da Milano agli organi centrali di Governo», ha chiuso Giorgio Zanzi. Tema quest’ultimo affrontato di recente dal sottosegretario all’interno della Lega, Nicola Molteni che riparte dalla sentenza di Milano. «Stiamo verificando quanto deciso dalla Corte d’appello – è il primo commento del sottosegretario – Questo per capire cosa potrà succedere da qui in avanti. Sulla nomina del commissario straordinario non penso avrà influenza». Anche perché l’indicazione del nome del commissario, che spetta al ministero dell’Interno «è stata fatta ormai alcune settimane fa – il prescelto dovrebbe essere Maurizio Bruschi – C’è poi stata la firma da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti e il via libera del Ministero economia e finanze e del dicastero dello Sviluppo economico. Da alcuni giorni infine il decreto di nomina, con tutte le firme richieste, è arrivato alla Corte dei Conti. Attendiamo l’ufficializzazione che non credo risentirà della sentenza milanese», chiude Molteni. Trepidazione e dubbi su cosa potrà accadere in futuro ovviamente anche sul fronte sindacale. «L’unica speranza è che quanto accaduto possa far accelerare la nomina del commissario straordinario – precisa il segretario dello Snals Angelo Cassani – Da parte nostra cercheremo di incontrare gli avvocati che hanno presentato il ricorso per capire ora quali potranno essere concretamente i risvolti futuri per la casa da gioco e per gli ex dipendenti così come per l’intera comunità che sopravvive da mesi in una situazione di precarietà ormai giunta al limite».Forti perplessità sulla sentenza ma soprattutto una preoccupazione crescente per i dipendenti viene espressa da Mimma Agnusdei, segretaria Cgil Slc. «Non voglio entrare nel merito giuridico e tecnico della sentenza, voglio però sottolineare come questa decisione non faccia altro che confondere e disorientare i lavoratori – dice l’esponente della Cgil – Dipendenti che si trovano in una situazione straziante. Con il Casinò chiuso, licenziati e adesso nuovamente in bilico senza sapere cosa ne sarà di loro e se questa rappresenta una buona notizia».Alle sorti del Casino è ovviamente legato anche il destino dell’intera comunità di Campione d’Italia a partire da quella dei dipendenti del Comune, in dissesto finanziario. «Si tratta sicuramente di una sentenza complessa, positiva a una prima lettura ma che dovrà essere tradotta quanto prima in atti concreti per la comunità, per il Casinò e i suoi ex dipendenti. Una decisione alla quale è ovviamente legata in maniera indissolubile anche la situazione esistente in Comune – interviene Nunzio Praticò (Fp Cisl) – Attendevamo una soluzione politica, un intervento del Governo che invece non è ancora arrivato mentre invece è piombata all’improvviso questa decisione da parte della magistratura che ha creato forti perplessità». Intanto a Campione d’Italia la situazione si fa sempre più critica. «I servizi essenziali sono garantiti ma le risorse sono ormai praticamente finite – conclude il commissario Zanzi – è necessario che arrivino ulteriori fondi per garantire la prosecuzione delle attività, in attesa di capire cosa succederà in futuro».

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