Spinte, calci all’addome, una prognosi di 33 giorni, minacce e una richiesta di risarcimento del danno di 30mila euro.Il tutto per dei mozziconi di sigaro lanciati (dalla presunta vittima dell’aggressione) dentro il garage pieno di carta del vicino di casa. Una classica lite di condominio, all’apparenza.
Invece, stando a quanto emerso in aula che ha portato alla sentenza di assoluzione del giudice («perché il fatto non sussiste»), la vicenda non sarebbe andata in questo modo. Tanto che lo stesso pm avrebbe chiesto l’assoluzione «perché non c’è la prova di quanto sostenuto dalla vittima». Pesante anche lo scambio di battute tra il legale di parte civile («In quel condominio di Casnate con Bernate c’era il far west, e l’imputato era l’ispettore Harry Callaghan») e quello della difesa, Livia Zanetti: «Qui di cinematografico c’è solo la ricostruzione della parte offesa che ha simulato l’aggressione. Nessuno l’ha spinta, nessuno l’ha colpita. Si sono inventati tutto. Il motivo? I soldi, ovviamente».
Ed alla fine il giudice – in attesa delle motivazioni – ha “sposato” la versione della difesa.
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