Categoria: Economia

  • Claudio Borghi Aqulini al Dariosauro: “La flat tax? Ci ragioneremo dall’anno prossimo”

    Claudio Borghi Aqulini al Dariosauro: “La flat tax? Ci ragioneremo dall’anno prossimo”

    Il leghista Claudio Borghi Aquilini ospite del “Dariosauro”, nella seconda parte della puntata che ha visto intervenire inizialmente l’ex ministro Elsa Fornero. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati si è soffermato sui temi di stretta attualità, legati al Governo Lega-Movimento 5 stelle.

    “Ai nostri elettori voglio ricordare che quando si governa in una coalizione – ha sottolineato – non si possono fare soltanto le cose che piacciono ad una parte. Abbiamo fatto un contratto di Governo con il Movimento 5 Stelle che è stato approvato con un referendum nei gazebo e lo stiamo portando avanti”.

    Rispetto alla “flat tax”, rispondendo alla telefonata di una telespettatrice, Borghi Aquilini ha spiegato: “Non si tratta di cambiare una aliquota, ma l’intero sistema fiscale. La flat tax è nei nostri programmi, ma in questo momento non era possibile portare avanti il progetto: in pochi mesi si rischiava di fare un pasticcio. Ma dall’anno prossimo ci ragioneremo e ci dedicheremo alla sua costruzione”

  • Coldiretti, con il caldo si mangia più frutta e verdura

    Coldiretti, con il caldo si mangia più frutta e verdura

    La spesa media è tra i 10 e i 15 euro a famiglia. Pesche, albicocche, angurie, meloni i prodotti più gettonati insieme a prugne e mirtilli. Il consumo di frutta e verdura è in crescita, anche negli AgriMercati, rispetto allo scorso anno

    Una spesa media di 10/15 per famiglia per contrastare il caldo nella “settimana più calda” con frutta e verdura grande protagonista nei Mercati di Campagna Amica sul territorio: pesche, albicocche, angurie, meloni ma anche prugne e mirtilli sono tra i prodotti più gettonati sia negli AgriMercati che nei tradizionale canali di distribuzione.

    I dati si riferiscono a un’indagine condotta dalla Coldiretti lariana, che pure evidenzia come, con le alte temperature, siano decollati i consumi di frutta e verdura che fanno segnare nel 2018 il record dell’ultimo decennio con un aumento di oltre il 2% rispetto allo scorso anno, in linea con la media nazionale.

    “La parola d’ordine è stagionalità: la natura stessa ci dona, nel periodo più opportuno, i rimedi migliori per contrastare le alte temperature in quella che si sta confermando come una delle settimane più calde dell’estate 2018” commenta il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi. Si tratta della “frutta a km zero che rinfresca”, il cui aumento di consumo è esponenziale proprio con l’incedere del caldo, proprio per combattere il solleone e la spossatezza.

    Il 2018 si sta confermando come il terzo anno più bollente in Italia dal 1800, in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,40 gradi rispetto alla media storica, sulla base dei dati Isac Cnr nel primo semestre.

    Sono evidenti anche sul territorio gli effetti del surriscaldamento dopo che il 2017 si era classificato al sesto posto tra gli anni più caldi: in particolare, nel Comasco e nel Lecchese l’arrivo dei primi caldi di fine primavera è coinciso con una serie di violente inversioni termiche che hanno provocato grandinate a ripetizione, protrattesi anche con l’arrivo dell’estate.

    Frutta e verdura – continua Coldiretti Como Lecco – sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole.

    Preferibile è acquistare direttamente dal produttore dove il prodotto è più fresco e durevole ed è quindi più conveniente il rapporto prezzo qualità: in questo senso, è utile rivolgersi presso la rete di Campagna Amica sul territorio sia negli AgriMercati (che restano “aperti per ferie” su tutto il territorio lariano), sia nelle decine di punti vendita che effettuano vendita diretta al pubblico.

  • Coldiretti: «Sul Lario emergenza cinghiali. Campagne invase, sicurezza e salute a rischio»

    Coldiretti: «Sul Lario emergenza cinghiali. Campagne invase, sicurezza e salute a rischio»

    Emergenza cinghiali sul Lario, Coldiretti invita a un’azione concertata e immediata. «Siamo preoccupati – dice il presidente di Coldiretti Como e Lecco, Fortunato Trezzi – le nostre campagne sono invase e gli ungulati causano danni ingenti oltre a costituire un problema per la sicurezza, dato che spesso sono causa di incidenti».È di giovedì il caso di un motociclista finito al pronto soccorso dopo l’urto con un cinghiale, tra Gironico e Gaggino. «E ci preoccupa anche il lato sanitario – aggiunge – Questi animali non sono controllati e possono mettere a repentaglio i nostri allevamenti».Da tempo, inoltre, i cinghiali si avvicinano anche alle case. «Ormai questi ungulati si spingono anche nei centri abitati – afferma Trezzi – Ho un video che documenta la presenza di tre cinghiali ad Alzate Brianza, lo mostrerò martedì all’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi. Gli chiederò un’iniziativa congiunta per permettere agli agricoltori con porto d’armi e ai cacciatori di fronteggiare l’emergenza».L’assessore regionale Rolfi ha scritto di recente al ministro delle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio. «La situazione è fuori controllo a causa di leggi anacronistiche – scrive l’assessore – Chiedo un intervento anche del ministro, affinché si avvii un’azione politica congiunta per cambiare la legge 157, prevedendo la figura del cacciatore come operatore volontario».«Un contenimento più efficace del cinghiale – sottolinea Rolfi – rappresenta anche una forma di ulteriore prevenzione contro la peste suina africana».Si teme che, con l’autunno alle porte, i cinghiali risalgano in massa dalle campagne alle alture a caccia di castagne.

  • Coldiretti, Trezzi nel consiglio regionale

    Coldiretti, Trezzi nel consiglio regionale

    Ettore Prandiniè stato confermato Presidente di Coldiretti Lombardia, la principale associazione di rappresentanza agricola a livello regionale.

    L’elezione – spiega la Coldiretti – è avvenuta durante l’assemblea a Milano, alla presenza del presidente di Regione LombardiaAttilio Fontana, del Ministro delle Politiche AgricoleGianMarco Centinaio, dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi VerdiFabio Rolfi, dell’assessore regionale all’Ambiente e ClimaRaffaeleCattaneo, dell’assessore regionale al Territorio e Protezione CivilePietro Foroni.

    Nel consiglio neoeletto, l’agricoltura lariana è rappresentata dal presidente di Coldiretti Como LeccoFortunato Trezzi.

    E’ stato eletto anche il nuovo Consiglio della Federazione Coldiretti Lombardia, formato dallo stessoEttore Prandini(Brescia), daAlberto Brivio(Bergamo),Alessandro Rota(Milano, Lodi, Monza Brianza),Fortunato Trezzi(Como, Lecco),Fernando Fiori(Varese),Silvia Marchesini(Sondrio),Paolo Carra(Mantova),Stefano Greppi(Pavia),Paolo Voltini(Cremona),Enrico Bettoni(Brescia),Simone Minelli(Mantova),Alberto Lucotti(Pavia),Wilma Pirola(Donne Impresa),Franca Sertori(Pensionati),Carlo Maria Recchia(Giovani),Massimo Grignani(Terranostra).

  • Como Acqua, Enrico Pezzoli nuovo presidente

    Como Acqua, Enrico Pezzoli nuovo presidente

    Enrico Pezzoli (Forza Italia) presidente, Andrea Livio (Pd) vicepresidente e Laura Santin (Lega). È questo il nuovo consiglio di amministrazione di Como Acqua eletto ieri dall’assemblea dei sindaci comaschi. La lista di Pezzoli e Santin ha ottenuto poco meno del 53% dei voti contro il 47% della lista di Livio.

  • Como, redditi ancora al di sotto dei livelli pre-crisi: -2,81% rispetto al 2008

    Como, redditi ancora al di sotto dei livelli pre-crisi: -2,81% rispetto al 2008

    I redditi dei comaschi non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi. Rispetto a quanto dichiarato al Fisco per il 2008, anno di inizio della lunga recessione che ha colpito gran parte delle economie occidentali, il reddito medio dei residenti nel capoluogo lariano è inferiore di quasi il 3%. Secondo i dati pubblicati dal quotidiano economico “Il Sole-24 Ore”, l’ammontare medio dei redditi comunicati all’Agenzia delle entrate dai contribuenti comaschi nel 2017 (relativi all’anno di imposta 2016) è stato pari a 26mila euro (26.007 per l’esattezza), un valore più basso del 2,81% rispetto a quanto dichiarato per il 2008, al netto dell’inflazione. In Lombardia soltanto Cremona è riuscita a ritornare ai livelli reddituali pre-crisi (+0,34%) mentre Milano è ferma a -1,37%, pur guidando la graduatoria nazionale dei capoluoghi con i maggiori redditi pro capite (34mila euro). A Lecco il reddito medio è di 27.046 euro (-1,13% rispetto al 2008), cifra analoga a quella di Varese, pari a 27.319 euro (-2,42%).

    A livello nazionale, sono soltanto 17 i capoluoghi in cui i redditi dichiarati al Fisco hanno superato quelli pre-crisi, anche se i recuperi sono di lieve entità: oltre a Cremona, nell’elenco delle città virtuose figurano Belluno, Cuneo, Fermo, Ferrara, La Spezia, L’Aquila, Lucca, Modena, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Savona, Torino, Trieste, Venezia e Verona. L’incremento più consistente è quello registrato a L’Aquila (+5,64%). La media dei redditi nei capoluoghi della Penisola è pari a 25.170 euro, cifra ancora inferiore di quasi il 2% (-1,92%) rispetto all’anno precedente alla crisi.

  • Confcommercio Como: «Voucher anche per bar e ristoranti, non solo per le strutture ricettive»

    Confcommercio Como: «Voucher anche per bar e ristoranti, non solo per le strutture ricettive»

    Sì ai voucher, ma senza limiti di applicazione nel settore del turismo. Confcommercio Como si dice «preoccupata» per «alcune indiscrezioni trapelate sull’intenzione del Governo di limitare l’utilizzo del voucher alle sole strutture ricettive, e non più alle aziende del settore turismo che applicano il contratto collettivo».

    In un comunicato diffuso oggi, l’associazione di via Ballarini spiega che «la reintroduzione dei voucher, fortemente auspicata, implicherebbe la restituzione alle aziende del settore della possibilità di avere a disposizione uno strumento legale e tracciabile per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionali». Prestazioni frequenti «anche nei ristoranti e in tutti i pubblici esercizi che devono rispondere ad una domanda di lavoro caratterizzata da alta flessibilità e stagionalità».

    «Se le indiscrezioni fossero confermate – dice il presidente di Confcommercio Como, Giovanni Ciceri – si creerebbe una situazione paradossale, incomprensibile nella logica e discriminante negli effetti. Sarebbe assurdo che dall’estensione dei voucher venissero escluse proprio le aziende della ristorazione che sono la componente essenziale e maggioritaria del turismo, anche sotto il profilo della creazione di posti di lavoro stabili».

    «Negare questo strumento di lavoro all’intero settore dei pubblici esercizi per il timore di abusi è ingiusto – conclude Ciceri – L’utilizzo va garantito a tutti a fronte di controlli puntuali e sanzioni severe».

  • Confcooperative Insubria, uno sguardo sul futuro. Ieri l’assemblea annuale

    Confcooperative Insubria, uno sguardo sul futuro. Ieri l’assemblea annuale

    «Un’impresa nella quale a tutti è data l’opportunità di essere imprenditore e a nessuno è concesso di diventare padrone».Sta forse in questo passaggio, uno dei più forti dell’intera relazione, il senso più autentico del lungo discorso con cui ieri pomeriggio il presidente di Confcooperative Insubria, Mauro Frangi, ha aperto la quarta assemblea annuale dell’associazione di via Anzi. «Dalle nostre imprese non si ricaveranno mai plusvalenze o capital gain, gli utili generati saranno per sempre reinvestiti nello sviluppo, a garanzia della capacità delle aziende di continuare nel tempo a soddisfare i bisogni dei propri soci e della comunità in cui operano. Senza “scappare”, senza mai “delocalizzare”, senza mai “arricchire uno solo” a danno di tutti gli altri».Nell’anno in cui si festeggia il centenario della nascita di Confcooperative in Italia, l’Unione di Como e Varese ha posticipato di qualche giorno il suo tradizionale appuntamento di fine anno proprio per essere la prima a celebrare l’anniversario.«Le celebrazioni sono l’occasione migliore per testimoniare la fedeltà alle proprie radici e, insieme, la capacità di innovare le modalità della propria azione economica e sociale», ha ricordato Frangi elencando i risultati di Confcooperative Insubria: 416 imprese aderenti, un fatturato aggregato che sfiora ormai i 300 milioni di euro, la creazione «di tanta e “buona” occupazione. Alla fine di dicembre del 2014 – ha detto Frangi – gli occupati nelle nostre cooperative erano 7.802. Alla fine del 2018 sono diventati 10.339. In larga parte soci e, quindi, proprietari della loro impresa; 2.537 in più».Perché «le cooperative nascono e crescono soltanto per rispondere ai bisogni di una comunità e per creare lavoro. Non per altre ragioni. È questa la “funzione sociale” della cooperazione, sancita e tutelata dall’articolo 45 della nostra Costituzione».Senza creare lavoro, ha infine aggiunto il presidente di Confcooperative Insubria, «non si crea benessere sociale. Ma il lavoro non si costruisce per decreto legge. Il lavoro lo creano soltanto le imprese». Che andrebbero aiutate. «In un’epoca nella quale si può – o si deve – diventare imprenditori per necessità e non solo per una forte vocazione, la formazione imprenditoriale, l’impegno a generare nuova imprenditorialità e diffondere una cultura d’impresa dovrebbero costituire per il sistema camerale la priorità assoluta. Per questo siamo delusi del dibattito che si è sin qui sviluppato attorno alla nuova Camera di Commercio di Como e Lecco, nel quale non c’è traccia della promozione di nuova e qualificata imprenditorialità come principale leva per lo sviluppo».

  • Crisi idrica sul Lario, Confagricoltura  chiede una deroga del deflusso minimo

    Crisi idrica sul Lario, Confagricoltura chiede una deroga del deflusso minimo

    Livello del Lago di Como, l’allarme arriva da Confagricoltura Lombardia. Il presidente Antonio Boselli ha scritto agli assessori regionali all’Agricoltura e alla Montagna, Fabio Rolfi e Massimo Sertori, per chiedere una deroga del deflusso minimo vitale del Lario. «Nonostante un andamento meteorologico sostanzialmente favorevole per la stagione irrigua, una parte del territorio regionale, quello sotteso al Lago di Como, sta manifestando gravi difficoltà – spiegano da Confagricoltura – L’attuale regolazione del livello del Lario infatti non è in grado di consentire lo svolgimento normale delle irrigazioni dei concessionari del tratto sub-lacuale del fiume Adda. In particolare, va segnalata la straordinaria riduzione degli afflussi da monte, a causa delle significative trattenute dei bacini idroelettrici alpini: in questo modo, il livello del lago è ormai prossimo allo zero idrometrico».

  • Crociere di lusso nel futuro del “Patria”. Parla la società che è scesa in campo

    Crociere di lusso nel futuro del “Patria”. Parla la società che è scesa in campo

    E la nave (sul lago) va. Tempi della burocrazia permettendo. Ma almeno adesso davanti al verbo “navigare” c’è la possibilità nero su bianco di scrivere un soggetto.L’unica speranza per vedere tornare in funzione il Patria, storico natante del Lario, è nelle mani della società neonata “The Lake of Como Steamship Company Snc”, i cui soci sono Giorgio Porta ed Enrico Guggiari, imprenditori comaschi.È risultata l’unica candidata per il bando indetto dalla Provincia di Como per la gestione del piroscafo.In questo modo, espletate le formalità, sarà portato a termine in via definitiva il restauro dell’imbarcazione, sin qui ormeggiata davanti a Villa Olmo in via Cantoni a Como ma sempre pronto a navigare nuovamente le acque del Lago di Como.«Lo scopo è rimettere in navigazione il piroscafo. È il nostro primo obiettivo perché ha una valenza storico culturale notevole e un legame inscindibile con il territorio», spiega Giorgio Porta, che sul progetto annuncia: «Si tratta di un piano ambizioso che non soltanto valorizzerà il Patria ma che prevede delle innovazioni in fatto di navigazione sul lago. Il piroscafo – dice Porta – sarà adibito a crociere di lusso».La durata della concessione è di 12 anni, per un valore minimo di 300mila euro (un canone di 25mila euro annui), ma il gestore dovrà farsi carico di manutenzioni per il pieno ripristino dell’efficienza dell’imbarcazione e l’utilizzo sia per l’attività croceristica sia per eventi culturali e ricreativi.Inoltre dovrà occuparsi anche del completamento dell’arredo interno.«Data la complessità del progetto e l’ingente impegno economico previsto – ha fatto sapere ieri attraverso una nota la Provincia – la proposta sarà ora vagliata da una commissione tecnica (presumibilmente, per questioni di tempo, dopo le elezioni del 31 ottobre). La busta con l’offerta economica verrà aperta dopo la valutazione del progetto gestionale-tecnico». La commissione tecnica potrebbe riunirsi durante la prima settimana di novembre.La società in nome collettivo intestata a Porta e Guggiari che si è presa carico del futuro del piroscafo storico, uno dei simboli della navigazione sul Lago di Como, risulta di recente costituzione e ha come scopo sociale l’armamento di natanti anche da diporto, attività di cantieristica nautica, la gestione di infrastrutture per la navigazione come darsene, pontili, porti ed ormeggi, lavori e attività subacquee; tra gli scopi della società ci sono anche l’esercizio e la gestione di attività legate all’ospitalità e all’accoglienza nel settore alberghiero, turistico e sportivo nonché la gestione di locali adibiti a spettacoli come ad esempio discoteche, locali da ballo e affini.Insomma ora c’è qualcuno intenzionato a spendere ogni anno almeno 25mila euro per tenere in ordine il piroscafo Patria e magari farlo tornare agli antichi splendori. Il bando che la Provincia di Como aveva pubblicato alcune settimane fa per l’affidamento in gestione della storica imbarcazione non è andato deserto.La storiaIl piroscafo è stato costruito 94 anni fa, è di proprietà della Provincia che lo acquistò nel 2004 per la cifra simbolica di 1 euro. Il “Patria” venne costruito dalla ditta Odero di Genova nei cantieri di Dervio della “Lariana” e varato il 31 luglio 1926, con il nome di “Savoia”.Dopo la caduta del regime fascista fu ribattezzato con il nome di “Patria”, dal presidente della “Lariana” Felice Baragiola. Il 10 gennaio 1945 venne attaccato mentre era in navigazione in Centrolago. Lo zigzagamento per scampare ai colpi aerei non bastò a evitare 5 morti e 17 feriti.Il piroscafo per anni è stato al centro di una battaglia politica condotta dalla Famiglia Comasca (che volle fortemente restaurare il natante) e dall’allora presidente di Villa Saporiti, Leonardo Carioni.