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Catene e lucchetti non chiudono la Santarella

La città da dimenticareI disperati passano sotto le reti metalliche per entrare nell’ex centrale

Due lucchetti nuovi di zecca scintillano sotto il sole. Sbarrano, reggendo pesanti catene, l’accesso principale all’area della Ticosa. Un ostacolo che di fatto impedisce l’ingresso anche nella Santarella.Questo almeno in apparenza. La realtà è però differente. Tutti i “residenti” nell’ex centrale termica della tintostamperia continuano infatti a utilizzare questo storico edificio di cemento armato come rifugio.L’incendio di sabato sera non ha in alcun modo fatto desistere

i disperati che da anni, a fasi alterne, tornano ad occupare la struttura ormai fatiscente. Il Comune di Como ogni volta chiude gli accessi principali. Ma tentare di impedire l’ingresso alla Santarella è pressoché impossibile. Ieri mattina l’ennesima dimostrazione.Sbarrata l’entrata principale e interdetto anche il varco aperto in passato all’angolo tra via Sant’Abbondio e viale Roosevelt, oggi la porta di ingresso si trova pochi metri oltre, camminando in direzione di piazza San Rocco. Una delle reti metalliche che delimitano il cantiere della Ticosa è infatti stata sollevata da terra e sotto si è creato un passaggio molto agevole. A riprova della facilità di accesso, ieri mattina intorno alle 11 dalla Santarella è sbucato un uomo che senza mostrare disagio o preoccupazione si è avvicinato lentamente alla rete e con una rapida flessione sulle braccia si è piegato passando sotto la recinzione.In un attimo era già in piedi sul marciapiede in direzione della Questura. Sono dunque ancora dentro i tre senzatetto che abitavano nella struttura prima dello spaventoso incendio di sabato scorso. Come detto il Comune – proprietario dell’edificio – ha messo dei lucchetti agli ingressi principali ma ancora una volta il tentativo di impedire l’accesso dei senzatetto è risultato fallimentare. E se quello usato ieri mattina per uscire sembra essere il varco più “comodo”, ne esiste anche un altro nella recinzione principale che oggi sbarra quella che una volta era l’uscita del parcheggio della Ticosa. Un pezzo di rete metallica è infatti stato parzialmente tranciato. Ciò consente di poter tirare indietro parte della recinzione e di entrare all’interno con un piccolo salto.Dunque nulla sembra essere mutato nella sostanza in questo angolo di città, a pochi metri dal centro e a due passi dalla Questura. E anche oltre le barriere tutto è come è sempre stato in questi anni. Cumuli impressionanti di rifiuti giacciono abbandonati in ogni angolo. Basta smuovere alcuni sacchi stracolmi di pattume per veder sbucare fuori topi degni dell’appellativo di pantegana. Roditori più somiglianti, in quanto a dimensioni, a dei gatti. Ma se la Santarella continua a essere popolata, nelle vie limitrofe in pochi si sono accorti, negli ultimi mesi, di quelle presenze. A partire dai proprietari dei locali che si trovano in viale Roosevelt, di fronte alla Santarella.«Sinceramente non abbiamo mai visto grandi movimenti. Anche se sabato sera sono stato io ad avvisare i pompieri dopo essermi accorto dell’incendio scoppiato all’interno della Santarella», dice un ristoratore della zona.Alcuni residenti nei condomini che si affacciano sull’area della Ticosa raccontano invece di come, soprattutto in passato, il via vai all’interno della Santarella avesse orari prestabiliti. Venivano solitamente avvistati tre o quattro uomini in uscita al mattino che rientravano nel tardo pomeriggio, spesso con dei sacchi della spesa. Visioni decisamente più rare negli ultimi mesi. Abitanti o meno, in ogni caso anche l’area esterna alla Santarella, proprio a ridosso delle mura che delimitano il perimetro dell’ex centrale termica, si presentano in condizioni pietose.In una delle due zone di sosta, infatti, piccole montagne di rifiuti crescono, giorno dopo giorno, senza sosta. Sacchetti colmi di immondizia, bottiglie vuote e rifiuti di ogni tipo circondano le auto in sosta.

Fabrizio Barabesi

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