(ANSA) – ROMA, 15 LUG – “Si ritiene che Finnegan Lee Elder fosse capace di intendere o di volere al momento del fatto” ed è per questo “imputabile”. E’ quanto si legge nelle conclusioni della perizia psichiatrica disposta dal tribunale di Roma nei confronti del californiano accusato, assieme a Gabriel Natale Hjorth, dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega accoltellato il 26 luglio dello scorso anno. “Ci avviciniamo frontalmente ai due e tiriamo fuori il tesserino dicendo che eravamo Carabinieri”. E’ quanto riferito da Andrea Varriale, il carabiniere che era di pattuglia in borghese con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega la notte del 26 luglio dell’anno scorso quando quest’ultimo è stato ucciso con cinque coltellate da Finnegan Elder. Varriale è ascoltato come testimone nel processo che vede imputato anche Gabriel Natale Hjorth. “Dovevamo avere la pistola ma per praticità e perché dobbiamo mimetizzarci l’arma è più un problema, non mi è mai capitato di doverla usare nel servizio nella zona della movida”, ha aggiunto.
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