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Cinghiali, sul Lario il record di danni e capi abbattuti

“Un record che la nostra agricoltura non vorrebbe consolidare di anno in anno, ma anche per il 2020 il territorio lariano vede numeri da primato in Lombardia per quanto riguarda la presenza dei cinghiali sul territorio”. Lo rimarca il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi nel rimarcare come il comprensorio interprovinciale sia in vetta alla classifica lombarda per le dimensioni assunte del problema della fauna selvatica. Ulteriore cartina di tornasole, sono i dati diffusi dalla Regione, con 1.666 abbattimenti di cinghiali nei primi nove mesi dell’anno 2020 (gennaio/settembre) su un totale lombardo di 3.932. Nel dettaglio, sono 1.361 nel Comasco e 305 nel Lecchese. Numeri globalmente in crescita: lo scorso anno, i cinghiali abbattuti nel medesimo periodo sono stati, per il complesso dell’area lariana, 1468 (1.265 in provincia di Como, 203 in quella di Lecco) rispetto ai 2.908 lombardi, sempre riferiti al periodo gennaio/settembre 2019.“Pur apprezzando lo sforzo della Regione – dice Trezzi – dinanzi a queste tabelle non possiamo che ribadire la necessità di ampliare le misure di contenimento del cinghiale che sta distruggendo intere coltivazioni nelle zone pedemontane e non solo”, sottolineando come i “cinghiali stessi stanno mettendo in pericolo l’agricoltura e anche la sicurezza dei cittadini, come dimostra l’incidente mortale sull’autostrada A26 accaduto di recente in un territorio non lontano dalla nostra provincia, e con caratteristiche di habitat affini”.

La situazione resta quindi molto grave: analizzando nel dettaglio i dati, Como è la provincia lombarda al top per numero di abbattimenti, seguita da Pavia, con 639 e da Varese con 395. Lo scorso anno la Regione ha rendicontato 600.000 euro di danni causati da questa specie all’agricoltura, stima comunque inferiore alla realtà dei fatti: “I danni effettivi – continua Trezzi – sono di cifre molto superiori, molti non li denunciano più, anche perché si ripetono continuamente: campi seminati più volte, sfalci di fieno compromessi e necessità di acquistare fuori dall’azienda agricola ciò che serve per alimentare gli animali… ci sono imprese che, effettivamente, hanno singole perdite per decine di migliaia di euro ogni anno”.

Stessa cosa per gli incidenti stradali: “I numeri sono molto maggiori di quelli periodicamente diffusi, perché la maggioranza degli automobilisti non denuncia i sinistri subiti, spaventati dalle difficoltà nel vedersi risarcito il danno: d’altronde, la situazione di pericolosità delle nostre strade è sotto gli occhi di tutti, con le invasioni dei selvatici che si sono moltiplicate a dismisura durante il lockdown dei mesi scorsi. E il problema, come noto, non è limitato ai cinghiali, ma riguarda anche le altre specie, in primis i cervi”.

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