(ANSA) – IL CAIRO, 19 FEB – La permanenza del letteralmente principesco aereo del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi in uno scalo di Perpignan, in Francia, e il groviglio di ricorsi giuridici che lo hanno tenuto a terra dal 2014 viene descritto nei dettagli da un lungo articolo pubblicato oggi sul sito della Cnn. Nonostante non sia previsto alcun decollo, i quattro motori dell’Airbus A340-200 comunque sono stati fatti girare verso la fine dell’anno scorso, come hanno osservato fonti locali. Già nel 2016 i costi di manutenzione, riparazione e ristrutturazione dell’aereo che un tempo aveva offerto al colonnello fra l’altro vasca idromassaggio, cinema e camera da letto con specchi alle pareti avevano superato i tre milioni di euro: una somma che ha tirato dentro pure Air France quale parte in causa, “aggiungendo un ulteriore livello di complessità al caso”, nota l’emittente americana. Fra le vertenze giudiziarie che hanno bloccato l’aereo viene ricordata quella vinta da una mediatrice giordana che reclamava compensi per una vendita del velivolo prima che Gheddafi lo acquistasse nel 2006 per 120 milioni di dollari. La cessione oggetto della causa, finita a Londra nel 2013, è quella che fece passare il super-Airbus dal principe Al-Waleed Bin Talal, miliardario uomo d’affari della famiglia reale saudita, al dittatore libico. Ad equipaggiare lussuosamente l’aereo del 1996 spendendo forse 250 milioni di dollari era stato il principe (e playboy) Jefri Bolkiah, fratello del sultano del Brunei, ricorda la Cnn. (ANSA).
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