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Collare d’Oro ad Anastasia e Colombo: dopo 30 anni il riconoscimento del Coni

Anche due atleti comaschi, Flavio Anastasia e Luca Colombo, fanno parte dell’elenco dei ciclisti del passato a cui il Coni ha deciso di assegnare la sua più alta onorificenza sportiva, il Collare d’Oro.L’iniziativa del massimo organo dello sport tricolore ha lo scopo di consegnare il riconoscimento a tutti gli atleti che hanno reso onore all’Italia con i loro risultati, ma che non avevano ricevuto il Collare, in quanto non ancora istituito ai tempi dei loro successi.Per lo sport del pedale riceveranno dunque il premio 47 azzurri, compresi appunto il marianese Anastasia e il canturino Colombo, entrambi nati nel 1969.I brianzoli hanno fatto parte del quartetto dell’Italia (con Andrea Peron e Gianfranco Contri) che ha conquistato l’oro a squadre nella 100 chilometri ai Mondiali di Stoccarda nel 1991 e l’argento alle Olimpiadi di Barcellona l’anno successivo. A questi successi Colombo ha aggiunto un ulteriore oro nel 1994 nella cronosquadre nella prova iridata in Sicilia.Quando sarà possibile, dunque, Anastasia e Colombo parteciperanno a Roma alla cerimonia di consegna. Tra gli altri personaggi che sono stati invitati, volti noti come Francesco Moser, Vittorio Adorni, Giuseppe Saronni, Maurizio Fondriest, Gianni Bugno, Moreno Argentin, Marino Basso e Filippo Ganna, che nel 2020 ha ottenuto l’oro nella cronometro ai Mondiali disputati a Imola.I due comaschi sono ovviamente soddisfatti per questo riconoscimento che va anche a sanare episodi che all’epoca non furono ben digeriti, come spiega Luca Colombo. «Alle Olimpiadi di Barcellona la nostra fu la prima squadra italiana in assoluto a partecipare ad una gara. Nella “100 chilometri” conquistammo l’argento. All’evento erano presenti l’allora presidente del Coni Arrigo Gattai e il segretario generale Mario Pescante. Finimmo sul podio con la medaglia, ma nessuno dei due venne a salutarci o a stringerci la mano. Ecco, per me in questi decenni il Coni è stato legato a quel trattamento che c’è stato riservato».Colombo non è uno che le manda a dire. Lo conferma anche un suo recente dialogo con l’attuale numero uno del Coni, Giovanni Malagò. «Mi aveva mandato una mail di auguri lo scorso anno per il mio compleanno, che è il 26 dicembre e io gli avevo risposto ringraziando, ma allo stesso tempo facendogli notare che atleti del passato come me, che avevano dato lustro all’Italia, erano stati sostanzialmente dimenticati. Pochi giorni dopo mi telefonò e mi garantì che avrebbe sanato questa situazione». Una promessa mantenuta, come conferma la futura consegna del Collare d’Oro.«Ci sono voluti trent’anni – aggiunge Flavio Anastasia – ma sicuramente è un riconoscimento che fa piacere. Francamente non me lo aspettavo. Ora la mia speranza è che la cerimonia venga fatta per davvero e che non venga svolta virtualmente, come spesso accade per gli eventi in questo momento di emergenza sanitaria. Sono ben disposto ad aspettare qualche mese e ho già chiesto un permesso nel posto dove lavoro in vista del viaggio a Roma. Sarà comunque un momento indimenticabile».Anastasia oggi è pasticcere («ho sempre amato mettermi ai fornelli e far da mangiare») in un esercizio di Mariano Comense. Da giovane, oltre a quelli citati, ha conquistato numerosi successi a cronometro oltre ad un Regionale Juniores con traguardo proprio sul lungolago di Como. Il suo passaggio tra i Professionisti nel 1993 non è stato fortunato: fu costretto subito allo stop per un problema alle ginocchia. Nel 2021 collaborerà con il Pedale Senaghese, come tutor dei giovani.Luca Colombo si è invece trasferito a Piacenza dopo aver chiuso la sua carriera agonistica tra i Professionisti nel 1997.In questa fase è decisamente impegnato, visto che è responsabile commerciale di una azienda che si occupa di sistemi di sanificazione e igienizzazione, che ha visto il lavoro aumentare fortemente proprio con l’emergenza sanitaria.Nello sport è in prima linea nell’organizzazione della “Sei giorni delle rose” al velodromo di Fiorenzuola e con i ragazzi del Pedale Casalese. «Il nostro obiettivo? Insegnare ai giovani i valori del ciclismo antico» conclude.

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