Da una parte quanto raccontato dall’agente della polizia locale in servizio al comando di Cernobbio, dall’altro quanto riferito da due ragazzini che erano stati fermati per un controllo il 3 marzo del 2020, nei giorni dell’esplosione della pandemia. Ad accendere i riflettori sulla vicenda una denuncia presentata dai genitori, che è poi finita in un fascicolo della Procura di Como. Nei guai, con l’ipotesi di reato di percosse, falso e lesioni personali, è finito un agente residente a Como di 48 anni. Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Antonio Nalesso, che in queste ore ha chiuso le indagini notificando al vigile l’informazione di garanzia, l’agente – in due distinti episodi avvenuti in marzo e a giugno – avrebbe (in quest’ultimo caso) strattonato per un braccio il giovane, provocandogli un «trauma distorsivo», mentre nel primo avrebbe attestato il falso nell’ambito del verbale che stava redigendo: in sostanza, per l’accusa, avrebbe sostenuto che nel corso di un servizio nei pressi della scuola media del paese, dopo aver imposto l’alt a uno scooter che arrivava, sarebbe stato colpito e travolto dallo stesso scooter. In realtà, contesta la Procura, sarebbe stato il vigile a colpire con la paletta d’ordinanza (sul casco) e anche con un pugno (al braccio) il ragazzo che sopraggiungeva in moto.
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