Aggressione a Erba nell’ottobre 2009Due colpi di lama all’addome, il primo parato con un braccio, il secondo andato a segno, tanto da provocare una «eviscerazione intestinale». Una aggressione che aveva portato la procura di Como ad aprire un fascicolo per tentato omicidio, chiedendo poi, in dibattimento, la pena di nove anni. Eppure, l’esito del processo a carico di un 48enne buttafuori egiziano residente a Baranzate, è stato molto diverso. Il collegio del tribunale di Como, infatti, l’ha condannato sì ma alla pena di un anno
e dieci mesi, derubricando il reato dal già citato tentato omicidio alle lesioni gravi. L’episodio avvenne l’11 ottobre del 2009 all’esterno di un locale del centro di Erba. La vittima, un 23enne residente a Ponte Lambro di nazionalità marocchina, litigò con il buttafuori. Ne seguì uno scontro a più riprese, prima a calci e pugni, poi – da parte del buttafuori – anche con un coltello a serramanico con una lama di almeno 15 centimetri. Il 48enne colpì la prima volta a un fianco la propria vittima, che scansandosi appena in tempo subì “solo” un taglio a un braccio, il sinistro. Ma il secondo assalto – nonostante il tentativo dei presenti di placare l’ira del buttafuori – portò a colpire il giovane in pieno ventre, un taglio poi refertato con una prognosi di 20 giorni e che portò anche a una preoccupante eviscerazione. Tutto, per fortuna, si risolse per il meglio, anche se per la procura di Como quell’assalto – da parte del buttafuori egiziano – fu «compiuto con atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte» del 23enne di Ponte Lambro poi ricoverato al Fatebenefratelli di Erba. Proprio per questo motivo le contestazioni dell’accusa ruotarono attorno al tentato omicidio. L’aggressione dell’ottobre 2009 è così arrivata nel palazzo di giustizia di Como, con la procura ferma nel chiedere al collegio del tribunale la condanna a 9 anni di carcere per il buttafuori violento. I giudici, tuttavia, hanno preso una via molto diversa, derubricando il reato in lesioni gravi e condannando l’uomo a un anno e 8 mesi per questo capo di imputazione, più due mesi per il coltello.
Mauro Peverelli
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