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Commercio elettronico, Armani sfila anche in rete

Formazione – Ieri era ospite del laboratorio di moda dell’Accademia Galli il manager delle vendite sul web della maisonOrganizzato dall’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como, il laboratorio sul commercio elettronico nel mondo della moda ha fissato nuove frontiere anche per il settore del lusso. Andrea Luzzi, ex allievo dell’Istituto Europeo di Design ed “e-commerce store manager” di Armani, intervenuto ieri nel Laboratorio Factory dell’istituto a Como ha raccontato agli studenti del triennio di Fashion Design – e illustrerà, a chi oggi sosterrà le prove di selezione per il nuovo corso 2012-2013 –le nuove sfide che anche i grandi brand della moda devono affrontare.Se nei decenni scorsi in Italia si è vinta la sfida dello stile, ora l’attenzione si sposta decisamente sui canali di vendita e comunicazione. Armani avrà sempre la quarta di copertina di Vogue, ma la tradizione da sola non basta. È inevitabile virare decisamente verso canali multimediali anche per la vendita. Restano in vita tutti i negozi, che sono però affiancati da un sito di vendite on-line.I tempi stanno cambiando; la stagione delle top model è finita, si sfila anche su Internet purché, anche qui, sia allestito un prodotto degno di una passerella, ovvero raccontando in rete una storia che presenti ogni collezione con lo stesso stile che ha reso famosa in tutto il mondo la maison fondata da Giorgio Armani.I prezzi dei preziosi capi saranno identici a quelli delle boutique sparse nelle vie più belle del globo: il marchio non si può danneggiare con una assurda concorrenza on-line. Anzi, gli store manager contribuiranno a rendere la piattaforma molto vicina ai gusti personali dei clienti che, in base alle loro indicazioni, riceveranno delle newsletter personalizzate.Si è passati dal total look degli anni ’80 a borse di Hermes che oggi vengono messe in mostra con completi di Zara; i tempi stanno cambiando e Armani non vuole farsi sorprendere. Nemmeno su Facebook, il più famoso social network del pianeta, dove la maison sta coltivando quasi quattro milioni di giovani utenti che il manager Luzzi definisce «clienti aspirazionali». Anche il futuro del lusso, insomma, passa tra le grandi maglie della rete. Ma negozio fisico ed e-commerce non si annientano a vicenda, possono coesistere e dare nuovo slancio all’intero settore.La Cina e gli altri Paesi emergenti non sono solo nuovi clienti o semplici imitatori della moda italiana. Stanno nascendo nuovi talenti capaci di imporre un proprio stile. Attenzione.

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