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Como, 10 milioni nel cassetto. Il “tesoro” c’è, mancano i progetti

Dieci milioni. Se non è un tesoro, poco ci manca.Dieci milioni di euro pronti da spendere. Ma destinati, al momento, a rimanere nei cassetti del Comune di Como. Dieci milioni che la giunta di Palazzo Cernezzi sarebbe intenzionata a investire in due o al massimo tre grandi progetti, senza cioè disperderli nei mille rivoli dentro i quali talvolta annegano i fondi a disposizione degli enti locali.Questa  sera, nella sessione di bilancio – l’ultima, per legge, nella quale sia possibile votare una variazione al preventivo 2018 – l’assessore Adriano Caldara presenterà al consiglio comunale del capoluogo una situazione finanziaria a due facce: solida dal punto di vista dei conti ma con non poche ombre sul terreno della programmazione. Le ultime variazioni di bilancio riguarderanno una terza tranche di restituzione di fondi destinati alle paratie – 1,6 milioni di euro, dopo i quali il Comune avrà ridato alla Regione 6,6 milioni – e lo stanziamento di 900mila euro su alcune manutenzioni straordinarie, asfalti soprattutto. In cassa, a disposizione e pronti per essere utilizzati, rimangono come detto altri 10 milioni. Sui quali si aprirà molto probabilmente il dibattito politico.Le opposizioni contestano infatti l’assenza di idee del governo di centrodestra e la sostanziale incapacità di progettare opere pubbliche per la città. Secondo Alessandro Rapinese, che sullo stesso tema aveva già attaccato duramente anche la precedente giunta di centrosinistra, si tratta di «uno scandalo. Ogni volta chi amministra si nasconde dietro al fatto che non ci sono soldi. Stavolta i soldi ci sono: mancano invece loro, i governanti, che non hanno più argomenti a disposizione per giustificare la propria incompetenza».Rapinese elenca in modo sommario «le cose che si potrebbero fare subito: eliminazione delle barriere architettoniche, quelle da togliere sono molte; manutenzione delle scuole, rifacimenti degli impianti sportivi. E tanto altro. Purtroppo, chi dovrebbe muoversi per tempo non lo fa. Sono come quelli che perdono 4-0 e pensano di recuperare al 90’».A Rapinese replica indirettamente l’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella. «In primo luogo – dice – c’è un piano delle opere che va rispettato. Per stanziare i fondi a disposizione serve una progettazione preliminare e con il nuovo dirigente del settore lavori pubblici stiamo facendo il punto delle necessità».Bella conferma che il Comune vorrebbe individuare a breve «alcuni grossi interventi su cui investire cifre importanti» e abbandonare la strada dei micro-cantieri. Per fare questo, ovviamente, servirà più tempo. «In ogni caso – dice l’assessore – stiamo lavorando a un progetto di manutenzione delle scuole di Rebbio per 1 milione di euro e pensiamo anche di utilizzare al meglio gli accordi quadro con le imprese convenzionate».«I numeri dell’avanzo sono sicuramente elevati – ammette comunque Caldara – non nego che quest’anno si sarebbe potuto fare di più. Tuttavia, il governo ha inserito nella legge di Bilancio una norma che conferma lo svincolo dell’avanzo dal patto di stabilità. Con una buona programmazione nel 2019 potremmo fare molto».Il caso palazzettoUno dei punti deboli di questa programmazione è stato il palazzetto di Muggiò, per il quale il Comune ha ricevuto 6,9 milioni dalla Regione.Entro il 31 dicembre prossimo il capoluogo avrebbe dovuto spendere il primo milione per il progetto, ma tutto è fermo. C’è il rischio concreto di perdere questa tranche di finanziamento. Il ritardo è evidente e il capoluogo ha ormai un solo obiettivo: dare avvio entro fine anno quantomeno al bando per la manifestazione di interesse da parte dei progettisti. Il primissimo passo che potrebbe scongiurare forse la perdita di parte del contributo.

Redazione

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