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Como, amichevole a porte chiuse: i tifosi non gradiscono. Garau: «Siamo amareggiati, ma andiamo avanti»

Alta tensione fra tifosi e dirigenti del Calcio Como, al punto che anche l’annuncio di una amichevole a porte chiuse diventa un motivo di contestazione. Domenica, infatti, i lariani alle 16 saranno impegnati sul campo della Pro Sesto, allo stadio Breda. Ma, come annuncia il club lariano: «La partita si disputerà a porte chiuse a causa dei lavori per il miglioramento dell’impianto».E in una fase di scontro aperto fra una parte dei sostenitori e il club – che ha preso il via dopo il mancato ripescaggio in serie C – il fatto di aver scelto un campo inagibile per gli spettatori è stato da molti letto (le affermazioni sui “social” lo confermano) come un modo per evitare un contatto con i tifosi, che in occasione dell’ultima amichevole con il Renate avevano contestato la dirigenza.In questo clima certo non idilliaco la società è al lavoro per presentare il ricorso al Tar del Lazio per il mancato ripescaggio in C. Ed entro fine mese, comunque vadano le cose, la dirigenza si presenterà con il nuovo organigramma, che non sarà differente da quello annunciato nelle scorse settimane: Roberto Felleca presidente, Enrico Garau amministratore delegato, Stefano Verga vicepresidente e Nico Bisazza responsabile del settore giovanile.«Noi andiamo avanti – spiegaEnrico Garau, futuro amministratore delegato – anche se questa situazione con i tifosi ci crea grande dispiacere. Non ci sfugge quello che dicono e scrivono. La nostra risposta? Lavorare il più possibile per cercare di ottenere la serie C attraverso il Tar. E se non succederà, l’idea è di costruire una squadra che possa vincere subito in serie D».«Certo, questa situazione di incertezza rispetto alla categoria non facilita il lavoro di costruzione della rosa – aggiunge Garau – ma, ribadisco, anche a chi contesta questa dirigenza, che noi non vogliamo lasciare nulla di intentato e anche nel giorno di Ferragosto eravamo al lavoro con il nostro legale per presentare il ricorso al Tar del Lazio».Il Como 1907 si è affidato allo studio legale Di Ciommo & partners di Roma. La presentazione del ricorso sarà fatta in maniera urgente, e per la prossima settimana è attesa anche quella che di fatto sarà la sentenza definitiva per la società lariana che a quel punto conoscerà il suo destino: serie C o D. La questione, come è noto, ruota attorno alla mancanza di una fideiussione allegata alla domanda di ripescaggio, con il club che ha invece presentato un bonifico per rimediare alla carenza.«Nelle scorse settimane mi ero detto ottimista e alla fine sono stato smentito dai fatti – conclude Garau – Per questo motivo ora scelgo di non sbilanciarmi: dico solo che stiamo lavorando per giungere a una soluzione positiva e che in molti ci stanno dando ragione. Sul piano giuridico riteniamo di avere una serie di elementi a nostro favore che speriamo vengano riconosciuti».Una vicenda, quella del Como, che va a inserirsi in una situazione generale di caos del calcio italiano. Al di là di una serie A che ha ritrovato un accresciuto appeal dopo un mercato decisamente frizzante – con l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus su tutto – nelle categorie inferiori regna il caos.Si parte dalla serie B, dove è stato deciso il blocco dei ripescaggi ed è stato varato il calendario, con le squadre automaticamente escluse che hanno annunciato ricorso. L’Associazione italiana calciatori non esclude uno sciopero.Di fatto questo stato di cose blocca la serie C che si ritrova ora con 59 squadre dopo la decisione della B di non procedere con i ripescaggi. Una serie C che per ora non ha nemmeno la data della partenza del torneo 2018- 2019 e con una grande come il Bari che tra l’altro chiede “politicamente” di essere iscritta a questo torneo evitando di ripartire dalla D dopo il recente fallimento. E per ora non si intravedono vie d’uscita.

Redazione

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