Contagi in crescita nel territorio di Como e Varese, con un numero quasi raddoppiato nell’ultima settimana. Lo evidenzia l’ultimo report diffuso ieri da Ats Insubria.«Nella prima settimana di ottobre avevamo una situazione molto favorevole con solo 215 nuovi casi positivi con 40mila tamponi – commenta Giuseppe Catanoso, direttore sanitario di Ats Insubria – la settimana successiva, quella del green pass, ha visto un numero di tamponi quasi raddoppiato con un buon numero di contagi in più. Siamo comunque al di sotto dei 50 casi per centomila abitanti».Non si supera dunque la soglia di allarme per l’uscita dalla zona bianca, che è appunto di 50 casi ogni centomila abitanti, ma il balzo dei positivi è evidente: in provincia di Como si è passati dagli 82 della settimana del 21-27 ottobre ai 118 casi di quella appena trascorsa. Il tasso di incidenza sul Lario passa da 13 a 20 casi ogni centomila abitanti. Da segnalare la sproporzione con il dato di Varese, in cui l’incidenza arriva sfiorare i 40 casi ogni centomila abitanti. «La differenza tra Como e Varese dipende dalla copertura vaccinale – spiega Catanoso – ci sono zone con scarsa adesione ai vaccini in cui l’incidenza è più alta».Catanoso attribuisce l’aumento generale dei casi, anche tra i vaccinati, a una serie di fattori: attività più intense al chiuso e anche un allentamento delle norme di protezione tra chi si è vaccinato e si sente “più sicuro”.«Dobbiamo sempre tenere presente – precisa – che il vaccinato non va in ospedale e se ci va in genere è per una co-patologia, inoltre l’efficacia di tutti i vaccini è al 90%: una persona su 10 dunque non è ben difesa».La curva epidemica attuale non ha però nulla a che vedere con quella dello stesso periodo dello scorso anno, così come quella delle persone ospedalizzate.Commenta Catanoso: «Per quanto riguarda i positivi in relazione all’età, le fasce più critiche sono quelle dai 25 ai 49 anni e sotto i 12 anni. Tra i 25/49enni c’è una buona percentuale di soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi e le conseguenze sono quelle che vediamo. Fa sperare invece il parametro Rdt (che misura lo sviluppo della frequenza dei casi), che pare scendere, quindi possiamo sperare in un assestamento, se non in una riduzione dei contagi nelle prossime settimane».Nelle scuoleI casi stanno aumentando anche nelle scuole e dunque si allarga la platea delle quarantene. C’è da dire che il dato lariano è rassicurante con solo 6 positivi accertati nel periodo 25-31 ottobre.«Non dobbiamo farci spaventare troppo dai numeri delle quarantene – rassicura la responsabile di Epidemiologia e Medicina Ambientale di Ats Elena Tettamanzi – un positivo corrisponde a 15/20 persone in quarantena perciò i numeri crescono esponenzialmente, ad oggi vengono attenzionate le scuole con più classi toccate da contagi e con più positivi per classe».Prosegue intanto la campagna di screening con tamponi salivari per le scuole sentinella: «Abbiamo a disposizione ancora molti test, i positivi rintracciati sono pochi solo 2 questa settimana», aggiunge Tettamanzi.La copertura vaccinalePer quanto riguarda la copertura vaccinale, sono oltre un milione e centomila i cittadini immunizzati nel territorio di Ats Insubria, un ottimo risultato che però non cresce. Da ottobre c’è stato infatti un decremento delle prime dosi, e quindi anche delle seconde.«Chi non si è vaccinato ha 3 volte e mezzo in più la possibilità di contagiarsi – avverte Catanoso – L’età media di infezione è più bassa per i non vaccinati e più alta per i vaccinati».Aumentano invece le somministrazioni delle terze dosi tra gli over 60, le persone con patologie e gli operatori sanitari. Sono quasi 30mila le dosi booster somministrate negli ultimi 15 giorni (29.365 per la precisione). Tra gli over 60 siamo intorno ai 20mila, 8mila gli operatori sanitari, a cui è fortemente raccomandato il richiamo per evitare focolai nelle strutture di ricovero.Procede anche la campagna nelle Rsa di Ats Insubria per la somministrazione della terza dose con quasi 5mila soggetti fra operatori e ospiti già immunizzati, e una copertura intorno al 50% per gli ospiti.
Como, aumentano i contagi ma senza conseguenze sugli ospedali. A Varese casi raddoppiati

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