Como città delle aree dismesse, simbolo di decadenza e di degrado, del tessuto industriale che non esiste più, ma anche di opportunità per disegnare il futuro urbanistico del capoluogo.Regione Lombardia ha introdotto lo scorso anno una legge sulla “rigenerazione urbana e territoriale” e sul recupero del patrimonio edilizio esistente.In un’ottica di “consumo di suolo zero”, riqualificare l’esistente diventa oggi indispensabile.Fa comunque specie che il Comune di Como abbia già individuato ben 26 aree “a rischio di compromissione e degrado».Ex industrie tessili e zone commerciali, tre delle aree vengono considerate “edifici storici”.Stiamo parlando naturalmente dell’ex Albergo San Gottardo, a due passi dal piazza Cavour, al centro di diversi progetti negli ultimi anni, dello stabile al 12 di via Dante Alighieri e dell’ex Masseria Scott, che si affaccia su via Rienza.Tra gli altri immobili industriali e commerciali compaiono naturalmente anche le “ferite” della convalle, dall’ex tintostamperia Ticosa all’ex Danzas, l’ex Saldarini di via Borgovico e i forse meno noti edifici di viale Innocenzo 61 e 63, davanti alla Comodepur.L’elenco si apre però con la periferia e due aree ex industriali già oggetto di alcuni interventi, come l’ex Lechler di via Bellinzona e l’ex Albarelli di via Oldelli. Compreso nell’elenco anche l’ampio ex scalo merci della stazione di San Giovanni in via Venini e alcune fabbriche tessili oggi dismesse che hanno rappresentato la storia del distretto serico, dall’ex Binda all’ex Lombarda, dall’ex Stamperia di Camerlata all’ex Tintoria Napoleona. Un elenco che potrebbe crescere ancora, visto che, come previsto dal bando pubblicato da Palazzo Cernezzi, proprietari e legali rappresentanti di altri immobili dismessi, da oltre cinque anni, che causino criticità per uno di questi aspetti: salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali, inquinamento, degrado ambientale e urbanistico edilizio, possono fare nuove segnalazioni.La scadenza riportata nel bando è il 30 settembre.Le domande si possono presentare in carta semplice mediante attraverso il modulo che si può scaricare direttamente dal sito del Comune di Como e fare protocollare quindi in Comune di persona o inviando una Pec a comune.como@comune.pec.como.it.
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