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Como progettata dagli studenti

Come dovrebbe essere la città del futuro?E come conservarne e valorizzarne al meglio la memoria e la bellezza? Lasciamolo immaginare ai bambini e ai ragazzi.Questo lo spirito che anima “Abitare il Paese – La cultura della domanda. I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro”, iniziativa promossa in tutta Italia dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in collaborazione con la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi.Attraverso laboratori didattici, uscite di ricognizione dei luoghi, realizzazione di video, phototelling e quello che la fantasia suggerirà, i ragazzi avranno a disposizione tutti gli strumenti per raccontare una propria visione della città, più consapevole e più responsabile. Tre gli istituti del territorio comasco coinvolti: la scuola secondaria “Aldo Moro” di Prestino-Breccia, la scuola primaria “Giovanni Paolo II” di Rebbio e il Liceo scientifico e linguistico “Paolo Giovio” di Como. Una sessantina gli studenti coinvolti, dai 9 ai 18 anni che, guidati da architetti/tutor e insegnanti, saranno impegnati a far proprio il contesto urbano che frequentano ogni giorno, per poi immaginare azioni di lettura, racconto e modificazione dei luoghi.«Insegnare ad “abitare il Paese” – ha detto Michele Pierpaoli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Como – significa fornire ai giovani strumenti di lettura degli ambienti urbani e dei quartieri, entrare in dialogo con loro per poi ricevere spunti su come vorrebbero modificarli».Partner dell’iniziativa patrocinata dal Comune di Como, anche Rotary Club Como Baradello e Consorzio Como Turistica. «Se nella politica manca una visione – ha commentato l’assessore alle Politiche educative del Comune di Como, Alessandra Bonduri – i bambini e i ragazzi possono invece vedere il territorio con occhi “puliti” ed esercitare la loro fantasia».«Il lavoro con i ragazzi è un esempio di cittadinanza attiva – ha aggiunto l’architetto Stefania Cacia, tutor del progetto e referente per l’Ordine degli Architetti – perché esalta il valore dell’abitare, l’ascolto, la conoscenza della storia, le relazioni».«È bello che gli studenti conoscano il quartiere dove trascorrono cinque anni della loro vita – ha commentato Nicola D’Antonio, preside del Liceo scientifico Giovio – un’interazione tra interno ed esterno che lascerà sicuramente dei semi da far germogliare».A fine maggio, tutti i progetti partecipanti saranno esposti in una grande mostra a Roma e in seguito negli spazi della sede dell’Ordine degli Architetti di Como. E chissà che qualcuno dei progetti non si possa realizzare concretamente. «Mi prendo l’impegno di valutare la fattibilità dei progetti – è la promessa dell’assessore Bonduri – la volontà del Comune c’è».

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