I redditi dei comaschi non sono ancora tornati ai livelli pre-crisi. Rispetto a quanto dichiarato al Fisco per il 2008, anno di inizio della lunga recessione che ha colpito gran parte delle economie occidentali, il reddito medio dei residenti nel capoluogo lariano è inferiore di quasi il 3%. Secondo i dati pubblicati dal quotidiano economico “Il Sole-24 Ore”, l’ammontare medio dei redditi comunicati all’Agenzia delle entrate dai contribuenti comaschi nel 2017 (relativi all’anno di imposta 2016) è stato pari a 26mila euro (26.007 per l’esattezza), un valore più basso del 2,81% rispetto a quanto dichiarato per il 2008, al netto dell’inflazione. In Lombardia soltanto Cremona è riuscita a ritornare ai livelli reddituali pre-crisi (+0,34%) mentre Milano è ferma a -1,37%, pur guidando la graduatoria nazionale dei capoluoghi con i maggiori redditi pro capite (34mila euro). A Lecco il reddito medio è di 27.046 euro (-1,13% rispetto al 2008), cifra analoga a quella di Varese, pari a 27.319 euro (-2,42%).
A livello nazionale, sono soltanto 17 i capoluoghi in cui i redditi dichiarati al Fisco hanno superato quelli pre-crisi, anche se i recuperi sono di lieve entità: oltre a Cremona, nell’elenco delle città virtuose figurano Belluno, Cuneo, Fermo, Ferrara, La Spezia, L’Aquila, Lucca, Modena, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Savona, Torino, Trieste, Venezia e Verona. L’incremento più consistente è quello registrato a L’Aquila (+5,64%). La media dei redditi nei capoluoghi della Penisola è pari a 25.170 euro, cifra ancora inferiore di quasi il 2% (-1,92%) rispetto all’anno precedente alla crisi.
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