Categories: Cronaca

Como, sosta breve, retromarcia sulla delibera delle polemiche

Lo stop arriva in consiglio direttamente dall’assessore. I limiti orari erano stati approvati dalla giunta il 6 dicembre

«Se si commette un errore è mia abitudine ammetterlo e tornare indietro. Senza nascondere cosa è accaduto». Si chiude così, almeno per ora, il pasticcio dei parcheggi a ridosso delle mura.A fare il mea culpa è l’assessore alla Mobilità di Como, Vincenzo Bella, dopo una settimana di polemiche su una delibera che avrebbe dovuto imporre – in 150 stalli blu a ridosso delle mura – l’obbligo di parcheggiare per non più di due ore e per una sola volta al giorno. Provvedimento studiato per facilitare la rotazione della sosta. E così lunedì sera in consiglio comunale è arrivata la retromarcia tanto attesa quanto clamorosa. La delibera del contendere era infatti stata approvata dalla giunta comasca lo scorso 6 dicembre. Lunedì, ovvero un mese e 22 giorni dopo, quella stessa delibera viene gettata nel cestino. «Ho avuto troppe aspettative su un tema che evidentemente non era ancora maturo per la città – spiega Bella – Ora lavoreremo per modificare il divieto di parcheggiare due volte nell’arco della stessa giornata e uniformare le tariffe in città. Nel giro di un mese chiariremo la questione».E puntuale, dopo una così inaspettata conclusione, arriva il commento del Pd. «Alla fine la Giunta comunale di Como ha trovato il suo capro espiatorio. Sempre lui: l’assessore alla Mobilità Bella. Si è preso tutte le colpe e ha fatto – in realtà ha fatto fare a tutti i suoi colleghi che avevano approvato la delibera – un passo indietro clamoroso, ammettendo l’errore: altro che fuga in avanti. Insomma, ha dimostrato una volta di più che le nostre critiche erano fondate», commentano Tommaso Legnani e Federico Broggi, segretari cittadino e provinciale del Pd.Proprio quest’ultimo, in particolare come ex sindaco, ha aggiunto un commento. «Ho fatto l’amministratore e mai mi sarei lontanamente sognato di mettere in scena il triste spettacolo di queste settimane, con l’epilogo di lunedì. Una squadra le decisioni le condivide e tutti sanno che la giunta ha votato compatta quel provvedimento. Quando ero sindaco mai mi sono permesso di scaricare tutte le colpe di una scelta fatta, buona o meno buona che fosse, su un unico componente della giunta, abbandonandolo a se stesso, come nel caso di Bella. Ma l’assessore alla Mobilità paga lo scotto di essere vittima delle faide dentro la maggioranza che governa Como, delle spaccature interne al centrodestra, di un sindaco che non ha il polso della situazione».

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