Como sta pagando caro il prezzo del suo successo?

Como Lake

Como e il prezzo del successo - istockphoto - CorrierediComo.it

La città di Como forse sta vivendo il paradosso del successo: una bellezza che rischia di sfiorire, se non si interviene.

Il Lago di Como è diventato negli anni una delle mete turistiche più ambite a livello internazionale, simbolo di eleganza e paesaggi mozzafiato.

Si è verificata una crescita esponenziale del turismo, alimentata da celebrità americane, social media e piattaforme di affitti brevi per il turismo.

Tutto ciò ha fatto in modo che il territorio si sia trasformato in una vera e propria vetrina globale.  #comolake è sicuramente fonte di molti like sui social.

Tuttavia, dietro questo successo si nasconde un paradosso inquietante che deve spingere la comunità ad una grande riflessione.

Il paradosso di Como

Se ci pensate l’afflusso di visitatori cresce di anno in anno. Tuttavia, in contemporanea, i borghi storici si svuotano, le famiglie residenti faticano a restare in loco e i centri abitati rischiano di diventare luoghi senz’anima. Le case, vengono generalmente acquistate come seconde abitazioni o rese disponibili per le piattaforme di affitto breve.

In questo modo si son impennati i prezzi, rendendo impossibile per molti giovani o lavoratori locali trovare un alloggio stabile. La pressione turistica ha innescato un meccanismo di esclusione: dove prima c’erano comunità vive, ora c’è una abitabilità di facciata.

Como Lake
Bellagio – Pixabay – CorrierediComo.it

La gentrificazione

La trasformazione urbana e sociale non riguarda solo la residenza, ma anche il tessuto commerciale e i servizi. I negozi storici chiudono, sostituiti da attività focalizzate esclusivamente sul benessere dei turisti. La vita quotidiana diventa complicata per chi abita stabilmente nel centro di Como o nei comuni limitrofi più piccoli. Questo perché mancano servizi essenziali, le scuole perdono iscritti, i trasporti sono pensati più per i visitatori che per i pendolari.

In questo scenario, Como si avvicina pericolosamente al modello di “parco giochi di lusso” per stranieri, perdendo la sua identità di città vissuta, lavorata, costruita dalle persone che ci abitano con una vita reale. Per affrontare questo squilibrio serve un cambio di rotta. Le istituzioni devono tornare a investire nella città, con politiche abitative mirate, regolamentazione degli affitti brevi, incentivi per chi sceglie di vivere stabilmente sul lago. Occorre offrire la possibilità di rigenerazione ai borghi. E favorire i servizi pubblici, con trasporti efficienti anche fuori stagione e dare sostegno all’economia locale. Non si tratta di frenare il turismo, ma di rendere ancora Como una città per chi la abita ogni giorno. Solo così il Lago potrà essere, davvero, un patrimonio inestimabile.