«Mio marito stava percorrendo questa strada venerdì sera intorno alle 21.30, è finito con una Vespa 50 in una buca, cadendo rovinosamente, rompendosi la clavicola in più punti, battendo le costole e procurandosi varie escoriazioni sulle gambe». Sono le parole di Paola Ferrario, moglie di Carlo Violante, 58 anni, l’uomo che nella serata di venerdì 11 giugno stava tornando a casa, distante poche centinaia di metri, quando scendendo lungo via Navedano a bordo dello scooter del figlio è finito in una buca, in quel momento piena d’acqua. I soccorsi sono stati chiamati da un passante, il rumore causato dall’impatto sull’asfalto ha attirato l’attenzione anche degli abitanti della zona. La buca non è l’unica lungo il percorso.
Il luogo preciso della caduta si trova poco prima della curva che porta sul ponte che attraversa il torrente Cosia. Secondo quanto riferito dalla moglie, il marito stava viaggiando al massimo a 20 km orari proprio per la vicinanza con la curva. La buca nella quale è finita la sua Vespa – profonda circa una decina di centimetri – non è l’unica presente lungo l’intero percorso: «In via Pannilani, scendendo – spiega la signora Ferrario – ci sono altre situazioni che sono non dico ridicole per essere in una città nel 2021 in Italia, ma peggio».
L’uomo, libero professionista, ora a casa, si farà curare la frattura alla clavicola a Milano presso una struttura specializzata. «A mio marito è andata bene – conclude la moglie – Una spalla, una clavicola, ma poteva andare molto peggio».
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