Erano le 6 della mattina a Sorico l’8 settembre del 2018. Pioveva. Una Nissan Navara percorreva la strada statale Regina arrivando da Colico e in direzione di Sorico. All’improvviso si trovò parte della carreggiata ostruita da un camion che attendeva l’apertura dei cancelli di una ditta del luogo e che si era messo – secondo il capo di imputazione – «in posizione perpendicolare rispetto alla direttrice di marcia» dell’auto che sopraggiungeva. L’uomo al volante, un 54enne residente a Piantedo (Sondrio) non riuscì a evitare l’impatto e il veicolo si infilò sotto al camion. L’uomo che era sul sedile del passeggero, intuendo quello che stava accadendo, fece in tempo ad abbassarsi sotto al cruscotto evitando il peggio. Un 44enne che si trovava – probabilmente addormentato – sui sedili posteriori rimase invece travolto dall’impatto perdendo la vita. Da quell’incidente mortale nacque un fascicolo gestito dal pubblico ministero Valentina Mondovì, che ha portato di fronte al giudice sia l’uomo che era al volante della Nissan, sia il 60enne di Caiolo che guidava il camion. Quest’ultimo ha scelto la via del pubblico dibattimento, ed è stato rinviato a giudizio in maggio. L’uomo che guidava la Nissan Navara è comparso invece ieri di fronte al giudice dell’udienza preliminare Carlo Cecchetti scegliendo (con l’avvocato Davide Brambilla) il rito Abbreviato. Udienza che si è conclusa con una condanna a 6 mesi. Secondo una ricostruzione effettuata sarebbe emerso che il camion sporgeva ostruendo gran parte della corsia di marcia, un “muro” che il 54enne non riuscì a evitare anche perché procedeva a una velocità superiore (anche se non di molto) rispetto ai limiti.
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