(ANSA) – ROMA, 20 AGO – Un rapporto di Confartigianato “lancia l’allarme sul peggioramento della situazione dei debiti commerciali della P.a. verso i fornitori privati: nel 2020 sono lievitati complessivamente a 58 miliardi, con un aumento di 4 miliardi rispetto al 2019”. Il 60% dei Comuni – emerge dal rapporto – “non rispetta il termine di legge di 30 giorni per pagare le aziende fornitrici. Addirittura il 24,1% delle amministrazioni comunali, soprattutto nel Sud, impiega ben oltre due mesi”. Per il presidente di Confartigianato Marco Granelli “per rispettare il diritto delle imprese ad essere pagate dalla Pa in tempi certi, c’è una soluzione semplice che Confartigianato indica da sempre: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione”. In tanto è un fardello che frena le imprese: “I ritardi nei tempi di incasso delle fatture – avverte Granelli – peggiorano le condizioni dei piccoli imprenditori già colpiti dalla crisi pandemica. In attesa di essere pagati, sono costretti a rivolgersi alle banche per ottenere la liquidità necessaria a mandare avanti l’azienda”. Il rapporto evidenzia che “i peggiori pagatori si concentrano nel Mezzogiorno dove il 44% delle amministrazioni comunali paga oltre i 60 giorni. Maglia nera alla Calabria, con il maggior numero di comuni, pari al 67,1% del totale della regione, che salda le fatture dopo due mesi. Seguono la Sicilia (60,4% dei comuni), il Molise (52,9%), la Campania (51,6%) e il Lazio (51,6%). La classifica provinciale vede la maggiore presenza di comuni ‘morosi’ a Reggio Calabria (il 76% paga oltre i 60 giorni). Seguono Messina (75,9%), Ragusa (75%), Crotone (74,1%), Vibo Valentia (68%)”. (ANSA).
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