Una impresa che è stata fatta sui rulli dal ciclista Giulio Ciccone (che ha superato un dislivello di oltre 10mila metri): il corridore abruzzese ha in pratica scalato l’Everest dalla sua abitazione.Il medesimo exploit, anche se in maniera differente, è stata fatta qualche giorno fa da un comasco a Carimate. Matteo Porro, 21enne mezzofondista con la passione per la corsa in montagna, speaker e cronista collaboratore dell’ufficio stampa Fidal Lombardia, ha raggiunto l’altitudine dell’Everest (8.848 metri) grazie al dislivello percorso salendo sulle scale di casa. Il portacolori dell’Atletica Mariano ha raccontato l’avventura sul sito della Federazione regionale.«La sfida di “scalare” il Monte Everest in tutto il suo dislivello sulle scale di casa – ha spiegato – è nata innanzitutto dal bisogno di porsi un obiettivo sportivo: l’impossibilità di fare sport outdoor, visti i decreti ministeriali, stava iniziando a pesare come un macigno già dopo pochi giorni di isolamento sociale».«Misurando e contando i gradini di casa – ha aggiunto – ho constatato che ogni salita dalla taverna all’ultimo piano mi avrebbe consentito di superare un dislivello di 7 metri e 56 centimetri: conti alla mano, con 133 rampe avrei raggiunto i 1.000 metri di ascesa, con 266 i 2.000. Ho iniziato così a sperimentare la mia efficienza nella corsa su scale partendo da queste due prove. Dopo altri allenamenti sui gradini e dopo aver scoperto di non essere l’unico ad avere avuto quella geniale idea, è nata, quasi all’improvviso, la voglia di fare qualcosa “di grande”. Perché non provare a raggiungere, partendo da quota zero, il Monte Everest?».Matteo Porro ha scelto di fare tutto in un giorno. «La mia voleva essere una sfida avvincente, sull’emblematica cifra di 8.848 metri. Alle 7 del mattino il piede destro sul primo gradino di quei quasi 50mila in salita e altrettanti in discesa. Alle 22.01, dopo 1.170 saliscendi e mezzo e circa 55 chilometri percorsi ho raggiunto, esausto ma pieno di adrenalina, la “vetta” dell’Everest. Ad attendermi al traguardo c’era la mia famiglia, che per un giorno intero aveva sopportato e supportato la mia follia».Il comasco ha poi spiegato la soddisfazione più grande. «Ho potuto comunicare che è possibile raggiungere dei piccoli o grandi traguardi sportivi in tempo di Coronavirus, stando a casa. In attesa di poter tornare a correre, saltare, lanciare, marciare all’aperto è più che mai importante mantenere viva quella fiamma che, una volta superata la pandemia, ci permetterà ancora una volta di superare i nostri limiti».
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