(ANSA) – ROMA, 24 FEB – “Il problema è abbastanza complesso. Bisogna innanzitutto considerare quali sono le nostre priorità in questo momento: di certo, non il calcio, ma tenere sotto controllo il Coronavirus. Se questa epidemia dovesse aumentare a macchia di leopardo, come chiudono gli stadi del nord chiudono gli stadi del sud. E’ un’ipotesi plausibile, non certo un mio suggerimento, la sospensione di un campionato”. Così il professor Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale azzurra di calcio campione del mondo a Berlino nel 2006, parlando all’ANSA. “Anche giocare a porte chiuse, per due o tre partite, va bene, ma ricordiamoci che, quando si spostano le squadre, si spostano comitive di 30-40 persone – aggiunge -. Può avere un senso giocare a porte chiuse se questa forma influenzale resta limitata a dov’è adesso, ma credo ci sarà uno sviluppo e altre regioni verranno interessate. Fermare il campionato non è un’eresia”. “Siccome tutti parlano dei recuperi, degli ingorghi delle partite, in questo momento la priorità in Italia non è il calcio. La priorità è un’altra. Le cose che possono sembrare fantascientifiche diventano realtà”, conclude. (ANSA).
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