(ANSA) – ROMA, 26 FEB – La paura della diffusione del coronavirus arriva nel tribunale di Roma e va a incidere sullo svolgimento di alcuni processi. In applicazione di una circolare diffusa ieri, il giudice monocratico ha disposto l’udienza a porte chiuse del procedimento sui presunti depistaggi messi in atto da otto carabinieri dopo la morte di Stefano Cucchi, avvenuta a Roma il 22 ottobre del 2009. Il giudice Giulia Cavallone, in applicazione della disposizione emessa dal presidente facente funzione della corte d’appello di Roma, Fabio Massimo Gallo, diramata “ai fini della massima prevenzione possibile” dell’emergenza coronavirus, ha consentito l’accesso in aula solo alle parti processuali. Nella circolare la corte d’Appello invita i tribunali del distretto (Roma e Lazio), sia civili che penali, ad organizzare le udienze in “fasce orarie” al fine di evitare “affollamenti nelle aule di udienza e negli spazi antistanti”.
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