Il centro Lac Lugano Arte e Cultura di piazza Luini chiude il sipario e annulla gli spettacoli previsti nei prossimi mesi. Prima solo 5 partecipanti e ora 30. Le nuove misure annunciate domenica dal Consiglio di Stato ticinese, poi costretto a precisarle martedì, con in particolare l’adeguamento delle presenze autorizzate a partite e spettacoli, fanno ancora discutere. Il mondo della cultura era insorto e il retrofront del Governo non ha risolto tutto, anzi, molte manifestazione erano state immediatamente annullate e ora c’è chi prova a ripristinare il calendario, ma si tratta soprattutto delle realtà più piccole. “Per noi del Lac non è una questione di valutare se valga la pena riprogrammare, perché ormai è impossibile – spiega il direttore artisticoCarmelo Rifici– sembra che il Consiglio di Stato non immagini quanto sia difficile per un centro di livello internazionale, per esempio, sospendere una grande produzione a cui lavorano 90 persone”. Che la comunicazione non sia stata efficiente, lo riconosce anche il consigliere di StatoManuele Bertoli, capo del dipartimento sotto il quale ricade questo settore. “Sicuramente qualcosa non è andato per il verso giusto. Ma il concetto nazionale di manifestazione pubblica include gli spettacoli ed esclude i mercatini e i negozi. Se tutti facessimo la nostra parte, forse riusciremo in futuro a evitare misure più drastiche. Capisco e difendo il mondo della cultura, ma il vero problema è non ritrovarsi la settimana prossima tutti a casa come succede a Ginevra. La previsione di maggiori restrizioni riguarda tutti, cultura compresa”.
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