«Blindare i confini». E, «misura numero uno, applicabile immediatamente: impedire da subito l’accesso al Ticino ai 45mila frontalieri che lavorano nel terziario, dato che nessuno di loro è indispensabile a chicchessia. Se invece di 70mila frontalieri ne entrano solo 25mila, è evidente che anche il rischio di pandemia in Ticino risulta notevolmente ridotto». Lorenzo Quadri, deputato al Parlamento di Berna per la Lega dei Ticinesi e direttore del Mattino della domenica, ha chiesto ieri con un post su Facebook la chiusura delle dogane svizzere per buona parte degli italiani – e tra loro, ovviamente, di migliaia di comaschi – che ogni giorno varcano i confini per andare a lavorare oltrefrontiera. Contattato al telefono dal Corriere di Como, Quadri ha confermato di prendere molto sul serio la sua proposta, che pure metterebbe in ginocchio buona parte dell’economia del cantone. «Se ci fosse la necessità bisognerebbe farlo – ha insistito il consigliere nazionale leghista – la chiusura delle frontiere, in caso di emergenza sanitaria, è un’opzione possibile». In serata, lo stesso Quadri ha poi reso noto il testo di una interrogazione al governo federale (da discutere nel prossimo question time alla Camera Bassa di Berna) in cui si chiede, in pratica, di bloccare la libera circolazione delle persone e l’accordo di Schengen e di non rispettare in modo «pedissequo» lo stesso accordo sulla libera circolazione, almeno non di fronte alle possibili «emergenze di salute pubblica».
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