Raffica di patteggiamenti ieri in tribunale a Como per trenta autisti che si erano rivolti a un’autoscuola del Comasco per ottenere il “Cqc”, ovvero la carta di qualificazione del conducente. Si tratta di un titolo abilitativo che consente di svolgere attività di carattere professionale legata all’autotrasporto. Per il “Cqc” non serve l’esame finale ma occorre la certificazione della frequentazione di un apposito corso. Secondo quanto sostenuto dalla Procura di Como invece – pubblico ministero Massimo Astori – la prassi nell’autoscuola (i cui responsabili sono stati giudicati separatamente) era quella di far firmare prima tutti i moduli senza poi chiedere la presenza al corso. Ieri mattina, di fronte al gup di Como accusati di falso in atto pubblico, sono finiti 30 autisti che hanno scelto di patteggiare una pena nei limiti della condizionale. L’operazione del 2017 aveva smantellato un sistema studiato per facilitare, dietro pagamento, gli autisti di camion nell’ottenimento della carta di qualificazione.
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