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Covid-19, arriva il vademecum per i medici generalisti

Coordinare gli sforzi e far viaggiare alla stessa velocità e con le stesse linee guida, tutti i protagonisti del sistema sanitario, mai come in questo momento impegnati in prima linea per fronteggiare l’epidemia.

È questo lo spirito che sta alla base del vademecum messo a punto dalla Federazione regionale degli ordini dei medici della Lombardia in collaborazione con la Clinica di malattie infettive – Dipartimento di scienze biomediche e cliniche Sacco – Università degli Studi di Milano, diretta dal professorMassimo Galliche ha come primo scopo quello di «creare un documento agile e pratico ad uso dei medici generalisti per il trattamento domiciliare del paziente, sulla base delle evidenze disponibili ad ora», si legge nel lungo testo redatto.

Un documento corposo che è stato inviato nella giornata di oggi anche ai 3.500 medici di base del territorio comasco. «L’andamento dell’attuale situazione pandemica richiede un’attivazione di tutte le forze impegnate in sanità. È di particolare evidenza il peso che può avere una rilevazione precoce del paziente affetto da Sars CoV-2 e un suo trattamento corretto – ha dettoGianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como e della Federazione regionale degli ordini dei medici lombardi – La medicina del territorio, la più vicina ai cittadini, ha un compito dunque importante, ma, nonostante l’impegno ed il sacrificio dei medici, manca sinora di indicazioni concordate circa il trattamento dei pazienti sospetti Covid e Covid positivi». Il tema è dunque molto delicato: si conosce ancora poco «ciò che si può fare per migliorare l’esito della malattia nelle sue varie fasi, soprattutto per ciò che riguarda la medicina territoriale, mentre si conosce meglio ciò che non si deve fare. La Federazione regionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Lombardia ha sollecitato perciò questa collaborazione per creare questo vademecum», viene spiegato. Ad esempio, tra le tante indicazioni di importante rilievo c’è la «non necessità, se non in casi clinicamente definiti di sospetto di polmonite batterica, dell’uso degli antibiotici, diversamente da quanto proposto da varie fonti dei medici generalisti stessi anche in fase precoce di malattia», si legge tra i vari punti compilati.

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