(ANSA) – PARIGI, 05 FEB – In Francia si moltiplicano gli appelli dei musei contro la chiusura totale che ritengono ingiustificata, anche alla luce delle parziali riaperture in Italia e Spagna. “Per un’ora, un giorno, una settimana o un mese, fateci aprire le porte, a costo di richiuderle in caso di un nuovo lockdown!”, è la supplica rivolta al governo da un centinaio tra direttori e presidenti di musei e centri d’arte, guidati dalla responsabile del Palais de Tokyo, a Parigi, Emma Lavigne. Ma sul tavolo della ministra della Cultura, Roselyne Bachelot, continuano a piovere anche altre petizioni e proposte concrete in questo senso. In Francia, musei e luoghi culturali sono chiusi da fine ottobre. I firmatari della promossa da Emma Lavigne si dicono pronti ad osservare un protocollo sanitario rafforzato e ad accettare una capienza ancora più limitata. Come l’Italia, anche la Francia è una superpotenza mondiale della Cultura. E i musei sono disposti a tutto pur di aprire anche solo una parte limitata dei loro spazi, rispettando orari ridotti e rigidissimi. Per loro, i francesi, a cominciare dai giovani, hanno bisogno urgente, per il loro benessere psichico, di andare a scoprire delle belle opere e trasformare questo periodo particolare della loro vita in un “inverno culturale di apprendimento”. Un simile appello, firmato da personalità come Carla Bruni, Stéphane Bern e Luc Ferry, è stato pubblicato di recente sul giornale Le Monde. (ANSA)
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