C’è anche un’azienda comasca tra le oltre 200 truffate da una consulente milanese finita ieri agli arresti domiciliari su ordine della Procura di Milano al termine di una lunga indagine condotta dai militari delle fiamme gialle del capoluogo lombardo. Insieme con il coniuge e altri professionisti, la consulente aveva escogitato un sistema originale per frodare l’Agenzia delle Entrate, basato su un apparente – ma di fatto inesistente – possesso di crediti d’imposta.
Il meccanismo fraudolento era ingegnoso. La consulente arrestata dai finanzieri si accollava direttamente, oppure attraverso due società a lei riconducibili, i debiti d’imposta delle imprese procedendo poi a compensarli attraverso moduli F24 con crediti inesistenti. Le fiamme gialle hanno scoperto come i crediti utilizzati nelle indebite compensazioni fossero del tutto inesistenti. In taluni casi, addirittura, questi stessi crediti erano riferiti ad anni d’imposta antecedenti la costituzione stessa delle società che ne avrebbero dovuto vantare la formale titolarità. L’ammontare totale della truffa è stato calcolato a circa 40 milioni di euro. Buona parte di questi soldi erano già finiti in un conto alle Isole Cayman dove la consulente era in procinto di dirigersi assieme al marito se non fosse stata fermata dalla finanza. I militari hanno sequestrato beni immobili, auto, barche, conti correnti e quote societarie per un importo complessivo pari ad oltre 4,5 milioni di euro.
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