Furia e dolcezza, ma anche ironia, gusto del grottesco e inesauribile potenza espressiva, sguardo critico sul palcoscenico travagliato del mondo. Senza traccia di retorica. È l’arte – fatta di figure dolenti, poetiche e commoventi (madri e figli, violinisti, vescovi penitenti) di Pantaleo Cretì, classe 1948, scultore e pittore di origine leccese. Che da sabato 3 dicembre (vernissage alle 18) fino a fine febbraio torna a esporre nella Como che gli ha dato lavoro (come insegnante) ed evidenza culturale (con numerose personali in spazi pubblici e privati).Negli ultimi tempi per le sue esposizioni sceglie spazi insoliti, Cretì. Consapevole che l’arte autentica può e anzi deve trovare accoglienza fra la gente, prima ancora che nei musei. La scorsa estate lo abbiamo visto protagonista di una importante personale in uno spazio aperto, nel giardino dello spazio d’arte “Chez Maurice” a Stabio. Ora Cretì espone in uno studio medico, nel Poliambulatorio De Col di via Badone 22, di fronte alla nuova Esselunga di Camerlata (orario 12.30-20 al lunedì, martedì e giovedì 8.30-14, mercoledì e venerdì 8.30-13 e 15-19). Sono in scena una trentina di opere recenti, tra bronzi di piccolo e medio formato e dipinti con tecnica mista.Cretì fa parte della nostra collezione permanente “Lario ad arte” sul sito Internet www.corrierecomo.it.Lorenzo Morandotti
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