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Crisi Casinò, Salmoiraghi chiede la mediazione di Fontana

Aprire subito un canale di comunicazione con il ministero dell’Interno. Un canale che permetta di portare al più presto la vicenda campionese all’attenzione del governo, in modo da trovare una possibile via d’uscita a una crisi senza precedenti.

L’obiettivo rimane sempre lo stesso: riaprire prima possibile la casa da gioco.Per farlo, si deve necessariamente passare dal Viminale. Cosa non semplice, dato che i segnali fino a questo momento non sono stati rassicuranti.Ieri pomeriggio, il sindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, ha incontrato a Milano il presidente della giunta regionale, Attilio Fontana, e il presidente del consiglio regionale, il comasco Alessandro Fermi. Anche in assenza di comunicati ufficiali, si sa che Salmoiraghi ha chiesto ai vertici lombardi di fare da mediatori con il leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, affinché la pratica della crisi del Casinò approdi finalmente sul tavolo dell’esecutivo.

Non che al Viminale siano all’oscuro di quanto accade, tutt’altro. Si sa, ad esempio, che della vicenda si sta occupando in prima persona un altro esponente della Lega, il sottosegretario Stefano Candiani, varesino di Busto Arsizio, il quale ha parlato in questi giorni con i parlamentari del territorio. Il punto è che questa ricognizione di Candiani (così come ogni altra iniziativa a livello più alto) è rimasta del tutto sottotraccia, alimentando le paure di chi ha perso il lavoro e non vede prospettive.Anche l’annullamento dell’incontro già fissato al ministero con il sindaco Salmoiraghi per lo scorso mercoledì ha contribuito ad accrescere i timori di un disimpegno del governo. Contro il quale ora lo stesso Salmoiraghi ha invocato pure l’importante mediazione della giunta regionale.«Riaprire si può»Oggi, intanto, alle 15, il primo cittadino dell’enclave ha convocato la stampa in municipio per fare il punto della situazione e lanciare, con ogni probabilità, una sua proposta riguardante la possibile riapertura a breve della casa da gioco.Secondo quanto trapelato, il sindaco spiegherà che il Comune ha la facoltà ma non l’obbligo di far decadere la gestione del Casinò, così come sembra invece imporre la convenzione del 2014 siglata con la società di gestione fallita lo scorso 27 luglio.La convenzione è un accordo di tipo privatistico e quindi la decadenza dalla gestione dipende unicamente da una scelta del Comune. Nulla sarebbe imposto dalla legge. Il vero problema è il decreto Madia del 2016, che taglia fuori per 5 anni il Comune dalle partecipate che hanno come oggetto la gestione della casa da gioco. Anche su questo, un passo del Viminale diventerebbe essenziale.

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