Dopo 66 anni di onorato servizio i pedalò del Taséll, ieri mattina hanno salutato il Lago di Como, per sempre.Ne erano rimasti sei, ormeggiati davanti al molo di Sant’Agostino. Andranno al museo svizzero dei trasporti, a Lucerna. «Il più grande della Confederazione elvetica» dice con un misto di rabbia, tristezze e orgoglio Gianni Grammatica, per tutti semplicemente “Il Taséll”.
La sua famiglia gestisce il servizio di noleggio barche sul Lago di Como dal 1895. «Siamo alla quarta generazione qui in piazza Cavour» dice. Sui suoi motoscafi si spostano migliaia di turisti ogni anno, per il giro delle ville.
(Nel video sotto il momento dell’addio ai pedalò. Nell’audio originale il commento dei titolari della ditta Taséll)
Nel dopoguerra erano arrivati anche i pedalò. Robusti mezzi di metallo dal design inconfondibile, un mix tra una macchinina e un idrovolante. Non hanno mai avuto nulla a che spartire con i mosconi o i pattini della riviera. Questi erano i pedalò del Taséll, a Como. La flotta arrivò a 18 mezzi, più volte rimodernati e dipinti di colori diversi negli anni, fino all’ultimo rosso-giallo, in modo da renderli più visibili dalle altre imbarcazioni.
Ma perché sono andati in pensione i pedalò? Negli ultimi anni la flotta si era già assottigliata.«Quando era stata eliminata la scalinata dal lungolago, per il cantiere delle paratie li abbiamo trasferiti provvisoriamente a Sant’Agostino – spiega Gianni Grammatica – La Csu ci ha scritto che il Comune di Como non aveva previsto servizi di noleggio in quegli attracchi. Ci hanno intimato di liberare gli ormeggi a fine ottobre. Sono riuscito a ottenere altri 15 giorni di proroga, fa un po’ ridere dopo tutti questi anni a pagare l’affitto. L’altro giorno mi hanno chiamato ancora dalla Csu per assicurarsi che me ne sarei andato. Così è stato. Il Comune di Como mi ha fatto anche questo regalo e i pedalò se ne sono andati fuori dalle scatole».
(Nel video sotto il momento dell’addio ai pedalò. Nell’audio originale il commento dei titolari della ditta Taséll)
Oltre ai sei in viaggio per la Svizzera, altri 5 erano stati acquistati da un privato che li ha portati in Croazia, uno lo ha tenuto Grammatica, pensa di donarlo al Museo della Barca Lariana.
«Adesso aspetto che mi mandino via anche da piazza Cavour – dice ancora Grammatica – Se penso a quanti ragazzi sono saliti sui pedalò e a quanti ne ho presi a calci nel sedere per farli scendere, perché facevano il giro della diga e sforavano l’orario, mi viene davvero il magone».
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