(ANSA) – ROMA, 02 FEB – “Lo Stato ha certamente il diritto di fare un prigioniero, ma non di disinteressarsene. Questo è il terreno del tutto trascurato, in cui una vicenda, dal punto di vista giudiziario banale (un arresto in tema di stupefacenti), volge in pochi giorni in tragedia”. E’ quanto scrivono i giudici della corte d’appello di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui il 14 novembre del 2019 hanno disposto una assoluzione e riconosciuto quattro prescrizioni per cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini coinvolti nella vicenda di Stefano Cucchi. Erano tutti accusati di omicidio colposo. “Una sentenza oramai sostanzialmente pletorica rispetto al caso, i cui termini di redazione delle motivazioni sono anche caduti nel drammatico periodo della vicenda Covid; un fallimento della giustizia, come sempre avviene allorché cada la mannaia della prescrizione ma anche un monito severo ed una occasione di riflessione per chiunque operi a contatto con i detenuti”, scrivono tra l’altro i giudici. Detenuti che, a detta dei giudici, non vanno “considerati un numero, ma esseri umani”. (ANSA).
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