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«Cunicoli e scarichi misteriosi, basta bagni nel Cosia»

la speranza che, in tempi non lunghissimi, comaschi e turisti possano tornare a tuffarsi nel lago nelle zone dei lidi di Villa Olmo e Villa Geno. «Personalmente – spiega Lucini – non ho mai accantonato il progetto Plinius, sperimentato qualche anno fa con buoni risultati nel primo bacino. L’idea di ventole che possano miscelare le acque del Lario a diverse profondità, innescando fenomeni di pulizia, mi sembra buona».Tanto che, ancora pochi giorni fa, il sindaco ha riparlato del progetto con la Regione e con il Centro Volta, entrambi coinvolti nella sperimentazione (poi abbandonata) di qualche anno fa.«Realizzare il progetto in maniera definitiva costerebbe tra il milione e mezzo e i due milioni – afferma Lucini – ma in base agli accordi originari, la Regione avrebbe dovuto garantire 800mila euro, la Fondazione Cariplo 500mila, noi circa 250mila e poi era previsto il contributo della Camera di Commercio di Como. Si tratta di cifre che dovrebbero essere ancora tutte disponibili, e a metà settembre riprenderò sicuramente i contatti».Anche perché il risanamento del primo bacino farebbe il paio con un’altra grande speranza. «Stando ai recenti monitoraggi, specialmente nella zona di Villa Olmo – afferma il sindaco – l’acqua in quel punto è piuttosto pulita, così come nella parte finale di viale Geno. Continueremo i campionamenti, ma c’è la speranza che lì il lago torni a essere balneabile in tempi brevi».Tornando al caso del Cosia, nella zona dietro il Tempio Voltiano, dove decine di persone ogni giorno fanno il bagno, Lucini è decisamente drastico.«In quell’area la situazione è molto più complicata – sottolinea – Esistono scarichi e cunicoli di vario tipo, nemmeno tutti censiti ancora esattamente. Quindi, almeno in alcuni casi, non sappiamo con precisione cosa finisce nel lago. Di sicuro, in quel punto l’acqua è inquinata e difficilmente sarà risanata in tempi rapidi».Ne consegue che «i bagni alla foce del Cosia sono e restano vietati». Ma visto che tuttora in troppi sfidano leggi e rischi per la salute, ecco che «provvederemo a migliorare la segnaletica di divieto».

E.C.

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