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Cure sanitarie più facili in Europa. Il ministero semplifica le procedure

Assistenza transfrontalieraE il Canton Ticino punta ad aumentare la collaborazione medica(a.cam.) Assistenza sanitaria all’estero più semplice per i pazienti italiani. Il Consiglio dei ministri ha recepito una direttiva europea sulle cure transfrontaliere che consente ai pazienti di rivolgersi agli ospedali oltre confine. La novità, che nei dettagli dovrà essere definita dalla Regione Lombardia, si aggiunge, per quanto riguarda i pazienti comaschi, agli accordi già in vigore con la vicina Svizzera e arriva a poca distanza dall’annuncio di un progetto del Canton Ticino per incrementare

la collaborazione tra le strutture sanitarie di Como e Varese con quelle elvetiche.La decisione presa dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin riguarderà direttamente tutti i cittadini comaschi, che potranno in caso di necessità scegliere di rivolgersi a ospedali di altri Paesi europei per le cure. La norma, però, riguarderà direttamente anche gli ospedali lariani e lombardi, che potranno attrarre pazienti stranieri.«Chiunque voglia recarsi in altri Paesi per farsi curare potrà richiedere il rimborso una volta rientrato in Italia – precisano dal ministero – con la clausola però che verrà restituita solo la somma pari a quella che il Servizio sanitario nazionale spenderebbe nella propria Regione di appartenenza. Cade l’obbligo di autorizzazione preventiva per andare all’estero per le cure, anche se con qualche eccezione che sarà individuata dal ministero o dalle Regioni. Non potranno, in ogni caso, essere fatti all’estero le degenze lunghe, i trapianti di organi né le vaccinazioni».La direttiva riguarda tutti i Paesi dell’Unione Europea e va ad aggiungersi agli accordi bilaterali specifici già in vigore, in particolare con la Svizzera. La collaborazione con la Confederazione Elvetica potrebbe tra l’altro essere incrementata in tempi rapidi.Nelle scorse settimane, infatti, il ministro della Sanità del Canton Ticino, Paolo Beltraminelli, ha spiegato come, per i pazienti svizzeri, l’offerta sanitaria italiana, «in particolare quella degli ospedali di Como e di Varese, rappresenti una soluzione valida», annunciando un’intensificazione dei rapporti tra le strutture sanitarie da una parte e dall’altra del confine.«Una collaborazione di fatto c’è già adesso ma va intensificata – ha detto il ministro elvetico – Stiamo studiando i possibili scenari». Tra i primi progetti al vaglio, un incremento delle attività sul versante svizzero dell’elicottero del 118.

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