(ANSA) – LAMEZIA TERME (CATANZARO), 18 APR – “Davanti al paziente non hai paura perché hai davanti una persona sofferente e non pensi a nessun’altra cosa”. A parlare è Alessandra Scarselletti, infermiera lametina che dal 10 marzo si trova a Verres (Aosta). 47 anni, madre di due figlie, dopo 21 anni al pronto soccorso di Lamezia Terme, da un anno presta servizio all’ambulatorio cardiologico dell’ospedale ed è stata tra i primi, a marzo, a rispondere all’appello della Protezione civile: “Non potevo stare con le mani in mano, mentre al nord Italia c’era bisogno di aiuto”. Ed è stata destinata in una comunità con anziani, 19 positivi al Covid. La sua vita è scandita dal “rituale” della vestizione e da quello della svestizione. E’ quest’ultima, spiega, “mette ansia perché devi evitare che le parti ‘sporche’ tocchino quelle pulite”. In corsia i suoi occhi incontrano quelli degli anziani: “Come fai a non pensare che sono persone? Come fai a non guardarli e cercare di dare loro conforto anche quando ti chiedono ‘ma quando muoio’?”.
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