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Daverio: «Fate i pirati, l’Expo è in ritardo»

La ricetta del critico d’arte«L’importante è far sapere in modo coordinato che ci sono attività»

Tanta musica tutte le sere, monumenti e tesori d’arte ben valorizzati e soprattutto tanta comunicazione su cui investire per coordinare al meglio le tante forze che già operano sul territorio con passione, ma a macchia di leopardo.E soprattutto tanto spirito da “Pirati dei Caraibi”. Che sanno approfittare dell’occasione. È la ricetta del critico d’arte e collezionista Philippe Daverio, storico divulgatore della cultura con i suoi programmi tv, per rilanciare le sorti turistiche di Como

all’insegna dell’intrattenimento colto.Ma perché Como dovrebbe comportarsi in modo piratesco? «Semplice – dice Daverio al telefono, a bordo di un treno per Roma – c’è da bagnare il naso a Milano. Dietro l’angolo la Lombardia deve fare i conti con la scadenza dell’Expo e, ogni giorno che passa, il capoluogo lombardo soffre di ritardi. Per il momento non ha ancora elaborato una progettualità forte. È come lo studente timido e foruncoloso, un po’ svogliato, che passa l’anno scolastico a sognare e a divagare, per poi, a maggio, scoprire con sgomento che incombono gli esami di latino».Como deve insomma approfittare di un ritardo altrui?«Può, anzi deve giocare con astuzia, riprendendosi la grinta di quando sapeva proporsi come alternativa a Milano, e oggi può farlo in termini di accoglienza e ricettività turistica, come uno dei luoghi dove la qualità storica del rapporto tra paesaggio e bellezze storico-artistiche è all’insegna dell’armonia. E sul piano promozionale parte pure bene: il nome del capoluogo di provincia dà anche il nome a tutto il lago cui esso dà accesso. Non è poco, anzi».Ma spesso i turisti stranieri si lamentano: pochi eventi la sera. «L’importante è far sapere in modo coordinato che ci sono tante attività già in corso. Non occorre avere i Wiener Philharmoniker sul lago per avere un grande evento. Bastano tanti piccoli concerti da camera nei cortili. Lo ripeto: Milano langue oggi, e la vicenda Expo lo conferma: è in alto mare. Invece Como, tutto sommato, è in una posizione invidiabile: certo, deve risolvere alcune magagne. Ad esempio, mettere in ordine l’area attorno a quel gioiello architettonico che è la Basilica di Sant’Abbondio, e naturalmente il lungolago. Ma poi può proporsi come alternativa assolutamente credibile, per contesto paesaggistico, bellezza del centro storico e unicità dei monumenti, all’estate della stessa Milano».

Lorenzo Morandotti

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