Decreto Crescita, diverse le opportunità ma anche le minacce per le piccole imprese.Il grido d’allarme arriva dalla Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa del Lario e della Brianza.«Abbiamo ravvisato principalmente due criticità – ha spiegato ieri, nel corso di un incontro a Como, il segretario di Cna Lombardia, Stefano Binda – Una si annida nell’articolo 10, che consente all’utente che commissiona un intervento di riqualificazione energetica o di carattere antisismico di convertire lo sconto fiscale in sconto immediato e reale da parte dell’impresa».«Questo – ha rimarcato Stefano Binda – regala il mercato alle grandi multiutilities, uccidendo la possibilità per le micro e piccole imprese che non hanno la stessa capacità finanziaria o la stessa capienza fiscale, di partecipare a un mercato della riqualificazione particolarmente ricco».Ma c’è una ulteriore insidia, come detto, sulla strada già irta di pericoli dei piccoli imprenditori. «Il secondo aspetto – ha proseguito Binda – si annida nell’articolo 8 del decreto crescita e consiste nell’abrogazione della lettera “r” del 1998, che consente alle Regioni di valorizzare la filiera dei consorzi fidi in collegamento con il Mediocredito Centrale per agevolare l’accesso al credito».La Cna chiede quindi al governo gialloverde di «fare marcia indietro su questi due aspetti».
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