Coletti ai genitori delle vittime: «Come mai non siete venuti da me?»Il vescovo di Como Diego Coletti era stato avvisato delle “strane” inclinazioni di don Marco Mangiacasale, poi condannato in primo grado, il 15 novembre, a tre anni e sei mesi di carcere per violenza sessuale su cinque minorenni. La difesa aveva scelto il rito abbreviato che comporta lo sconto di un terzo di pena.Il vescovo sapeva, sì, ma in merito a un solo episodio, una «prima limitatissima segnalazione», come il presule ha dichiarato nell’intervista natalizia a Etv che è stata anticipata ieri nel tg dell’emittente e che andrà in onda integralmente il prossimo 25 dicembre.Quello «scempio di bambine», come lo definiscono le motivazioni della sentenza che ha condannato in primo grado il sacerdote comasco 49enne, ex economo della Diocesi di Como ed ex parroco della comunità cittadina di San Giuliano, è uno dei momenti forti dell’intervista televisiva condotta da Davide Cantoni.«Ho convocato dopo la segnalazione don Marco e gli ho contestato quanto mi era stato riferito, e lui mi ha fornito le giustificazioni sufficienti» dice tra l’altro il vescovo di Como ai microfoni di Etv. Il caso è quello di una ragazzina cui il prete avrebbe riservato «eccessiva confidenza». L’incontro tra Coletti e i genitori risale all’estate del 2008. E il giudice dell’udienza preliminare, nelle sue motivazioni, lega la «rimozione di don Marco dalle funzioni di parroco» proprio in seguito a quanto accaduto. Anche se fu solo uno spostamento non fisico, visto che il religioso continuò a vivere e a operare – con tanto di un ufficio – all’interno della comunità di San Giuliano. Coletti nel corso dell’intervista se la prende con la stampa: «Il vescovo sapeva, hanno scritto i giornali. Ma è seccante. Potrei dire a questi genitori: vi eravate accorti di altri episodi, come mai non siete venuti da me? E ci avete messo tre anni?».Ma come ha vissuto monsignor Diego Coletti la vicenda? «È stato un caso penoso e doloroso – ha detto il presule nell’intervista tv – prima di tutto per le piccole creature violate: il sacerdote ha approfittato del proprio ruolo educativo dominante per condurre comportamenti inaccettabili».Ma il vescovo di Como Diego Coletti sottolinea anche la «disponibilità a collaborare con la giustizia del condannato, fin dall’inizio dell’indagine»: don Mangiacasale sta ora vivendo un periodo di «giusta penitenza e di conversione», ha ricordato monsignor Coletti.Che nel corso dell’inchiesta lo ha incontrato «solo una volta, quando con il collegio di difesa si è trattato di definire gli arresti domiciliari».
Lorenzo Morandotti
Nella foto:Il vescovo di Como Diego Coletti
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