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Donnarumma e Torregrossa in serie A con il Brescia. Ex lariani trascinatori delle “Rondinelle”

«Era un bel Como, e sono convinto che se il mio lavoro fosse proseguito, ci saremmo tolti tante soddisfazioni». Mauro Gibellini, ex diesse azzurro, parla della squadra che costruì per la stagione 2012-2013.Una formazione che ha un profondo legame con il presente visto che, fatto curioso, i due attaccanti di quella stagione sul Lario, Alfredo Donnarumma ed Ernesto Torregrossa, con i loro gol sono stati i trascinatori del Brescia nella cavalcata verso la serie A. Nel centrocampo delle “Rondinelle”, anche se è partito spesso dalla panchina, il fantasista Luca Tremolada, pure nel Como 2012-2013. In panchina un altro ex azzurro, che però ha avuto poco spazio, la punta Matteo Cortesi.Un Brescia che ha dato un ulteriore suggello ad un anno che ha regalato molte gioie alle cosiddette “provinciali” lombarde. L’Atalanta è in lotta per la Champions, sempre in B la Cremonese può recitare un ruolo importante nei playoff; Como e Lecco, vincendo i rispettivi gironi, sono tornate in C, quindi tra i Professionisti.Tra chi ha seguito con interesse le vicende del Brescia e Como in un cammino che si è rivelato trionfale c’è appunto Mauro Gibellini. «Sono convinto che a Como si sarebbe potuto lavorare bene – dice ancora – ma poi per una serie di circostanze che ora non mi va di ricordare sono stato estromesso dal progetto. Le ultime stagioni di Donnarumma e Tremolada lo hanno dimostrato. Tremolada è stato più discontinuo ma in alcune partite è stato comunque decisivo. Ovviamente li ho seguiti per tutto l’anno e sono contento per la promozione conquistata con il Brescia».Dei tre chi può meritare una chance in A? «Donnarumma purtroppo è stato etichettato come “giocatore di categoria”, più adatto alla B. Ma ha un grande istinto per il gol, un elemento che vale in ogni campionato. Torregrossa è cresciuto molto e nella massima serie può fare bella figura, anche se il salto non è mai facile». Gibellini ha qualche perplessità in più su Tremolada: «Ha classe e capacità tecniche, ma nella sua carriera ha sempre pagato per limiti caratteriali».L’ex diesse dei lariani ovviamente ha esultato anche per la promozione del Como in C. «Sul Lario ho conquistato la serie A negli anni ’80 e poi ho lavorato come direttore – conclude – Sono rimasto un tifoso della squadra, sono felice per il ritorno tra i Professionisti e curioso di vedere le mosse della nuova società che, da quanto ho visto, vanta importanti credenziali».

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