C’è una fase 2 anche per la politica cittadina. E coincide, forse, con il ritorno del consiglio comunale che non si riunisce da quasi due mesi.A Palazzo tutto sembra essere pronto per rimettere in moto la macchina consiliare. La presidente dell’assemblea Anna Veronelli ha scritto ai capigruppo per illustrare le modalità organizzative della riunione, convocata per il 4 maggio prossimo. «Non sarà possibile utilizzare la sala Stemmi perché – dice Veronelli – ospita il centro operativo comunale (Coc) tuttora in piena attività». Gli eletti si divideranno quindi in sala consiliare, sala capigruppo e sala giunta, «dalle quali si possono seguire i lavori ascoltando gli interventi».L’idea di Veronelli è di far stare in sala consiliare il sindaco, la presidente, i vice- presidenti, i capigruppo e un altro consigliere per ciascun gruppo. «In totale 21 persone. sedute tra i banchi del consiglio, il tavolo della giunta, il tavolo della segreteria. Gli altri andranno nelle sale attigue, ovviamente con la facoltà di entrare in aula per intervenire e votare dalla propria postazione».Il lungo periodo di assenza dalla scena del consiglio è stato vissuto in modi differenti dai vari protagonisti della politica cittadina. Difficile, vista l’emergenza, parlare di sospensione della democrazia, ma certamente il ruolo degli eletti in questa fase è stato marginale.Dice Stefano Fanetti, capogruppo del Pd: «Due mesi di inattività certo non mi hanno fatto piacere, anche se l’agenda politica della città è stata totalmente bloccata dall’epidemia. In realtà, l’interlocuzione con il sindaco e la giunta non è mai venuta meno. Ci siamo sentiti spesso, siamo stati interpellati dagli assessori e abbiamo dato il nostro contributo. È chiaro che è dipeso molto dai singoli consiglieri comunali trovare il modo di esercitare al meglio il proprio ruolo in una fase così difficile e non secondo regole canoniche».Il discorso politico, aggiunge Fanetti, «si è interrotto, un evento di questa portata ha fatto scivolare in secondo piano ogni argomento, ma il ritorno alla normalità dev’essere anche della politica. Dovremo innanzitutto iniziare a ripensare la città alla luce della crisi, progetti e idee non vanno necessariamente rivisti ma sicuramente ricalibrati».Molto più critico è invece Alessandro Rapinese, capogruppo della lista che porta il suo nome. «Sin dal primo momento ho proposto di convocare il consiglio utilizzando una delle tante piattaforme Web di cui si sono serviti altri comuni. Il software Concilium, per esempio, perfettamente legale e adatto anche alla nostra realtà. Il mio suggerimento non è stato però accolto. Questo è accaduto, a mio avviso, per la paura del confronto anche sui temi dell’emergenza». Un dibattito, dice Rapinese, avrebbe fatto emergere «il poco o nulla che si è fatto al di fuori della gestione necessaria».Dal fronte della maggioranza le opinioni sono di segno diverso. Il capogruppo della Lega, Giampiero Ajani, ammette che «un fermo così lungo va a scapito dell’azione amministrativa. Tuttavia – aggiunge – io stesso ho suggerito nell’ultima riunione dei capigruppo di posticipare di una settimana il consiglio, di farlo slittare all’11, quando le condizioni di sicurezza fossero state maggiori».Ed Enrico Cenetiempo, capogruppo di Forza Italia, parla di uno «stop inevitabile. Non eravamo attrezzati, quindi va bene così. Non c’era alcuna urgenza, prima di tutto bisogna risolvere la questione sanitaria».
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