Un rinvio al 27 febbraio per meglio studiare le carte, in vista di una giornata in cui di fronte al giudice verranno discussi non uno ma due fallimenti entrambi riconducibili ad un 48enne comasco. Due i capi di imputazione: nel primo l’uomo è accusato di aver distratto beni per 89 mila euro dalla società di costruzioni a lui riconducibile fallita nel 2015. Un dissesto intuibile fin dal 2010 e portato avanti fino al 2015 con un deficit patrimoniale di 10 milioni di euro. Nel secondo caso, avrebbe concorso ad aggravare il dissesto di una immobiliare senza chiederne il fallimento, accumulando perdite per 114 mila euro poi via via cresciute fino al crac con un passivo insinuato da 1 milione e 700 mila euro. L’uomo è finito nei guai anche per aver avvicinato e minacciato alcune persone interessati a rilevare all’asta un suo capannone in quel di Porlezza. Si trova ora ai “domiciliari”.
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