Il dormitorio di via Cadorna, annunciato per settembre nel corso dell’ultima seduta della “Commissione consiliare speciale per la sicurezza”, fa discutere la politica cittadina. Il dibattito si concentra sui timori di residenti e commercianti di vedere il quartiere trasformarsi in una zona degradata – vista la presenza nell’immobile destinato a dormitorio anche del Sert – e sulla necessità di trovare degli spazi per i senzatetto regolari. Su tutti prevale il tema dei tempi che ci sono voluti per arrivare all’individuazione del luogo. «A un anno dalla presentazione della mozione in consiglio è arrivata una decisione – dice Stefano Fanetti (Pd) – Diciamo dunque che il Comune non si è mosso proprio rapidamente. Come se non bastasse, sempre Palazzo Cernezzi fornisce tempistiche poco chiare sull’apertura». Chiaro anche Bruno Magatti (Civitas). «Il problema non è più il dormitorio, la vera emergenza è di queste persone che vivono in situazioni di disagio estremo e per le quali è molto più urgente costruire un percorso di recupero. Se non lo si fa rapidamente quanto potrà accadere sarà esclusiva responsabilità del Comune, che deve affidarsi non solo al lodevole lavoro del volontariato ma anche a soggetti con competenze specialistiche che fanno questo di mestiere», dice Magatti. «Capisco i timori dei residenti ma garantendo un’adeguata sorveglianza bisogna alla fine trovare loro una collocazione, anche perchè senzatetto non è sinonimo di persona pericolosa – dice Fabio Aleotti (M5S). E poi si tratterà di una sistemazione provvisoria, visto che l’immobile è stato concesso a termine».
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