Proposte e Comune di Cernobbio vincono il primo round contro il fuori salone che ogni anno – a detta degli organizzatori della mostra di Villa Erba – “concorre” con la rassegna tessile sfruttandone il richiamo. Ieri il Tar di Milano si è pronunciato – respingendola – sull’istanza cautelare presentata dalla contessa Anna Gastel contro il Comune di Cernobbio e nei confronti di Proposte, per l’annullamento della delibera del 29 gennaio con cui la giunta ha stabilito le linee guida per l’evento espositivo.Com’è noto, da anni Proposte si lamenta con il Comune del fatto che, in concomitanza con la fiera di Villa Erba, appena fuori dai cancelli del polo bassolariano si svolga un fiorente e parallelo fuori salone.Due iniziative distinte ma inevitabilmente legate tra loro. L’una, a detta degli organizzatori di Proposte, in modo parassitario rispetto all’altra.Per porre un freno e limitare questo genere di concorrenza, la giunta di Cernobbio ha emanato alcuni provvedimenti. Le linee guida, votate il 29 gennaio, ma anche una nota del sindaco (del 1° febbraio) volta a rafforzare l’azione di vigilanza e di controllo, nonché di eventuale repressione degli «abusi» relativi ad «eventi contemporanei esterni al padiglione fieristico». Contro questo indirizzo per la maggiore vigilanza e per una rigorosa applicazione della legge regionale in materia di fiere e mercati è insorta la contessa Castel, a sua volta organizzatrice proprio di alcuni degli eventi del fuori salone. In sede di discussione davanti ai giudici amministrativi, gli avvocati della ricorrente e il legale di Proposte – l’avvocato Mario Viviani – si sono confrontati sulla legittimità o meno dell’attività svolta dalla contessa Gastel, mentre il difensore di Villa Erba, l’avvocato Ruggero Tumbiolo, ha sottolineato come l’istanza cautelare non potesse essere accolta essendo la stessa una mera delibera di indirizzo, un atto che si limita a sollecitare gli uffici comunali competenti affinché controllino in modo rigorosa il rispetto delle norme regionali. Tesi, quest’ultima, accolta dalla prima sezione del Tar, presieduta da Angelo De Zotti, che ha respinto la domanda cautelare della Gastel.
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