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È realtà la biblioteca “Paolo Borsellino”. Ieri la cerimonia ufficiale alla presenza della figlia Fiammetta

Biblioteca “Paolo Borsellino”. Così da ieri mattina si chiama l’edificio, luogo di cultura, di piazzetta Lucati. A svelare la targa celebrativa è stata invitata, in riva al lago, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato. «Dedicare a un uomo di giustizia e servitore della Stato quale era mio padre una biblioteca, culla di cultura, condivisione e parola, dimostra che c’è la chiara consapevolezza di cosa significa il fenomeno mafia – ha detto Fiammetta Borsellino – E questo non può che farmi piacere così come vedere tanti giovani delle scuole». E un ringraziamento è poi andato al Cento Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco che «non conoscevo bene ma che mi ha presentato questo progetto che mi è ovviamente piaciuto e mi ha subito emozionata», ha spiegato la figlia del magistrato.Si conclude così l’iter avviato a marzo 2018 con la richiesta del Centro Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco, che ha poi preso forma con la delibera dalla giunta comunale a luglio e con il nullaosta della Prefettura a settembre.«È un giorno importante, Paolo Borsellino è stato un simbolo di dedizione fino alle estreme conseguenze», ha precisato il sindaco di Como, Mario Landriscina. «Fondamentale per noi e soprattutto per i più giovani continuare a rinnovare la memoria e raccontare quanto accaduto», ha aggiunto il primo cittadino. «È la giornata dell’orgoglio comasco, territorio che in questi mesi ha toccato con mano il fenomeno della criminalità organizzata, ma abbiamo gli anticorpi necessari per poter rispondere», ha ricordato Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno.«Si è concluso un percorso virtuoso durato un anno per portare un messaggio di legalità e giustizia», ha aggiunto Benedetto Madonia, direttore del Centro Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco.«I ragazzi sono il futuro ed è importante rivolgersi a loro. Far capire come ormai anche il Nord sia territorio di infiltrazioni», ha detto il Procuratore capo di Como, Nicola Piacente, durante la cerimonia di intitolazione della biblioteca al magistrato vittima, insieme con la sua scorta, della strage di via d’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992.

Redazione

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