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Ecobonus, Ecotassa e Area B. I grattacapi degli automobilisti

Inquinamento, tematiche della mobilità sostenibile, l’avvento dei veicoli elettrici, Ecobonus ed Ecotassa. Argomenti che sono stati al centro dell’attenzione il lo scorso fine settimana al B Motor Show a Lariofiere.Si è parlato delle scelte del Governo legate ad Ecobonus (per favorire l’acquisto dei mezzi meno inquinanti, tra i 1.500 e i 6mila euro) ed Ecotassa (per scoraggiare la vendita di mezzi con maggiore emissione di anidride carbonica, con un aumento tra i 1.100 e i 2.500 euro).Le tabelle con le vetture penalizzate si trovano sui siti specializzati: prevalgono le auto di lusso e i Suv, anche se non manca qualche mezzo più modesto, con motorizzazioni che sono meno aggiornate.L’Ecobonus è invece destinato a chi decide di comperare una vettura elettrica o ibrida, sostenendo una spesa non maggiore di 61mila euro (50mila euro più Iva) e che abbia emissioni inquinanti inferiori a 70 g/km di CO2.Provvedimenti che sono scattati lo scorso 1° marzo e che hanno dato vita ad una corsa dai concessionari da parte di tanti utenti che dovevano cambiare la loro vettura e che lo hanno fatto prima della fatidica data.I dati dicono che nello scorso febbraio c’è stata una impennata delle vendite e delle immatricolazioni. Secondo “Il Sole 24 Ore”, le immatricolazioni nei giorni 26, 27 e 28 febbraio sono state il 44,5% del totale mensile.Per rispondere ai dubbi degli utenti, è stato anche predisposto un sito Internet in cui si prova a chiarire ogni aspetto. Viene specificato, ad esempio, che «la normativa non prevede una lista chiusa di modelli agevolabili. Occorre verificare presso i singoli rivenditori o presso le case costruttrici/importatrici se i veicoli presi in considerazione soddisfano i requisiti previsti dalla normativa».I rivenditori sono, in questa situazione, i punti di riferimento per chi vuole capire come muoversi. Per chi desiderasse ulteriori informazioni l’indirizzo del sito Internet predisposto dal Governo è https://ecobonus.mise.gov.it/.In provincia di Como attualmente si contano poco meno di 400mila vetture. Di queste, solamente 113 sono elettriche. Si tratta di una cifra più che residuale, è lo 0,02% del parco auto circolante. Le ibride sono decisamente più numerose, ma comunque poche in relazione alle auto circolanti: circa 5mila su 400mila. Sommando ibride ed elettriche, risulta che ogni 100 vetture in provincia di Como, solamente 1,3 sono green, a basso impatto ambientale.«Non nascondiamo il fatto che i problemi non mancano, come la scarsa diffusione delle colonne di ricarica – ha sottolineato Roberto Conforti, direttore di Aci Como – ma allo stesso tempo, con il discorso dell’Ecobonus, anche il Governo si sta muovendo per favorire l’acquisto di auto non inquinanti. Ci sono molti passi da fare, ma il cammino è stato tracciato. E presto anche il pagamento del bollo potrebbe essere basato sull’impatto ambientale».In questo discorso si contestualizzano i recenti provvedimenti del Comune di Milano, che riguardano da vicino anche i tanti comaschi che ogni giorno si recano nel capoluogo.Dalle 7.30 dello scorso 25 febbraio si sono accese le prime 15 telecamere dell’Area B, il piano che vieta accesso e circolazione alle auto più inquinanti dal lunedì al venerdì (dalle 7.30 alle 19.30). I divieti sono partiti con i veicoli Euro 0 benzina, diesel Euro 0, 1, 2 e 3 e le moto a due tempi Euro 0 e 1, ma già da ottobre le categorie di mezzi che non potranno entrare nella nuova Ztl aumenteranno al pari del numero di telecamere.La seconda fase prevede la posa di altri 73 varchi elettronici da aprile a dicembre 2019 e poi una terza parte: altri 97 varchi nel corso del 2020. In totale Area B conterà su 185 occhi elettronici.Per il primo anno il Comune di Milano ha previsto per gli automobilisti un pacchetto di 50 accessi in deroga; dal secondo i residenti a Milano e le imprese della città avranno 25 giorni all’anno di libera circolazione nella nuova Ztl (per i non residenti saranno solo 5). Soltanto all’esaurimento dei giorni di libera circolazione scatterà la sanzione da 80 euro. L’obiettivo dell’amministrazione è dimezzare le polveri sottili in quattro anni.

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